I posti che mi mancano: Poznan

In Europa non torno ormai dallo scorso Settembre (forse dovrei tornare a Giugno), e in Polonia non torno addirittura dal 2009. Considerando che l’anno prima la mia visita post-matrimoniale dai miei nonni si e’ fermata a poche ore dalla partenza per colpa della varicella (maledetta!), le mie visite annuali sono diventate sempre piu’ rare.

Nel frattempo mio nonno e morto (senza aver potuto conoscere Lindsey) e mia nonna sta iniziando a sentire il peso degli anni, da sola a Poznan. Per fortuna ho ancora qualche caro amico che vive li’ (Dominik, venuto qui nel 2008 per il mio matrimonio), altrimenti sentirei il distacco dal mio altro paese di provenienza crescere a dismisura ogni anno.

Immaginate il mio stupore quando il Sunday Times locale stampa un’articolo che parla proprio di Poznan:

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa

Poznan's article on the Sunday Times in South Africa


Mi manca Poznan. Ho visitato in gioventu’ la maggior parte della Polonia, e non ho mai avuto dubbi che come citta’ e’ una delle migliori.
Storica capitale del regno Polacco (dopo Gniezno e prima della pessima Warszawa, o Varsavia o Warsaw per tutti voi), con architettura ispirata a quella italiana (avevano importato un sacco di architetti italiani ai tempi…), Poznan rimane una delle citta’ migliori per rilassarsi o divertirsi.

Senza l’opulenza delle costruzioni sovietiche della capitale (il Palac Kultury da piccolo mi ricordava un’astronave di mattoni…) e senza l’assalto turistico di Krakow (Cracovia) per l’arte,  quello invernale a Zakopane per lo sci o quello inglese lungo le spiaggie del Baltico, come citta’ rimane la migliore per vivere.

L’ultima volta che sono tornato non avevo avuto nessun problema a percorrerla a piedi, ricordando a memoria tutti quei passaggi e scorciatoie che da bambino diventavano il modo piu’ facile per andare da un punto A (il cortile) ad un punto B (qualunque altro posto lontano da casa, ma sempre a meno di 30 minuti di distanza).  Mi ricordo ancora tutte quelle volte in cui i cortili avversari venivano sfidati ai giochi piu’ assurdi (ho imparato a lanciare il coltello a 6 anni durante quella specie di campionati) e per arrivare li’ si poteva passare sotto terra (utilizzando i bunker sotterranei che collegavano tutti il quartiere) oppure scavalcando muri su muri.

Mi piacerebbe tornare li’ con Lindsey per farle vedere i luoghi in cui tutto sommato sono cresciuto.
3 mesi ogni anno per 18 anni (tranne il 1986,  l’anno di Chernobyl) , 2 visite lunghe con mio cugino Davide passate a girare la Polonia in treno e a piedi, con tenda sulle spalle, e poi visite sempre piu’ corte fino ad arrivare ad oggi.

Mi sa che al prossimo giro in Europa mi tocchera’ davvero di prendere una settimana intera e far vedere a Lindsey una delle piu’ belle nazioni europee…