La religione in Sudafrica. Ovvero come capire quanto Zuma sia un cretino.

La storia delle nazioni africane e’ sempre stata violenta.
Basta pensare a tutti i conflitti in territorio arabo (il Nord Africa, Marocco e Egitto sono storie attuali), in quello “nero” (il centrafrica, con vari genocidi e cambi di potere da un dittatore all’altro) o anche alla parte meridionale (Zimbabwe o Mozambico, che ancora adesso hanno seri problemi sociali), prima, durante e dopo le altrettanto note conquiste colonialistiche.

Ogni volta che c’e’ stato un cambio al comando (per tentare di controllare le incredibili risorse naturali africane), sangue e’ stato versato su tutti i fronti. E’ per questo che la storia recente sudafricana ha qualcosa di incredibile.

Quando qui nel 1994/94 ci fu il cambio di potere, tutti pensavano che la guerra civile tra bianchi che non volevano vedere neri al potere, e neri che volevano sbarazzarsi prima possibile dei bianchi (considerati discendenti dei colonialisti) sarebbe stata imminente.
E invece, nonostante le normali rivolte (molto minori che ad esempio quelle di Soweto del 1976) il passaggio di potere da De Klerk (ultimo presidente bianco sudafricano) all’ANC di Mandela (primo presidente nero sudafricano) avvenne in nome della necessita’ di rendere i sudafricani fieri di appartenere ad una unica nazione e non separati in casa.

Pensate a cosa fu chiesto ai normali cittadini: a quelli bianchi di rinunciare a privilegi rispetto alla popolazione nera (che comunque non era mica composta da schiavi come quella americana di qualche secolo prima) e iniziare a dare accesso a posti di lavoro prima riservati a loro.
A quelli neri invece fu chiesto qualcosa di ancora piu’ difficile da digerire: perdonare le stesse persone che avevano prosperato durante l’apartheid e iniziare a  collaborare (per quanto romanzato, il film Invictus rende abbastanza l’idea dell’importanza dello sport in quegli anni).

Molti si sono chiesti negli anni succesivi come fu possible per uno stato africano, a maggioranza nera, non ricadere negli errori delle varie dittature/monarchie mascherate da democrazie (Zimbabwe e Repubblica Democratica del Congo ne sono un esempio odierno).
I motivi sono numerosi, ma indubbiamente quello meno pubblicizzato e la religione cristiana dei cittadini sudafricani.

E’ difficile parlare di religione con persone che sono sinceramente intrippate di Cristo e Dio e Bibbia.
Io, da “cattolico” italiano, non perderei mai tempo a cercare di convincere altre persone a convertirsi al cattolicesimo, visto che al giorno d’oggi, e soprattutto se confrontato con le correnti evangeliche in giro per il mondo, sta andando verso la stessa direzione che il mondo ebreo aveva al tempo di Cristo: un insieme di regole da seguire, preghiere da memorizzare, sacramenti da prendere con o contro il tuo volere in nome delle Chiesa, e si sta allontando da quello che il cristianesimo dovrebbe essere: uno rapporto di fede con Cristo e Dio (e non con la Madonna, o Padre Pio), cercando di capire e trovare conforto/ispirazione nella Bibbia nei momenti peggiori.

La confessione, i sacramenti etc… ? Inutile farli o accettarli che il rapporto che esiste con la Chiesa, il parroco, Padre Pio o la Madonna supera quello verso Cristo/Dio.
L’idea che qualcuno debba intercedere per aiutarti ad aprire le porte del paradiso esiste solo nella bibbia cattolica. Sincermente trovo la versione di King James , considerata una traduzione migliore e con alcune differenze da quella cattolica, una versione piu’ congrua allo spirito cristiano e piu’ vicino a quello che dovrebbe essere il cristianesimo.

Tornando al Sudafrica, bisogna capire come l’influenza di chiese come quella inglese o cattolica sia minima. La maggior parte dei cristiani aderiscono a correnti evangeliche, metodiste oppure alla chiesa di Zion per i neri.
Molti possiedono Bibbie, ma, a differenza di quelle italiane lasciate sugli scaffali, queste vengono aperte, lette, studiate. Sembra strano, ma e’ cosi’. Io sono letteralmente circondato di persone che conoscono la Bibbia (ma non per questo sono aperte ad altro, semplicemente trovano conforto nel leggere quel libro). Dopottuto, se mia moglie e’ una fedele cristiana e si sente a suo agio al servizio domenicale o mentre legge la bibbia, chi sono io per cambiare certe opinioni? Lei sa benissimo qual’e’ la mia visione, e io so qual’e’ la sua. Alla fine si tratta sempre di rispettarsi a vicenda.

Ed e’ per questo che il Sudafrica non si e’ imbarcato in un lago di sangue durante il cambio di potere. Rispetto, magari a denti stretti, verso gli altri e la propria fede. E infatti oltre a Mandela un’eroe locale e’ indubbiamente un altro vincitore del premio Nobel (nel 1984): Desmond Tutu, guarda caso un vescovo.
Si potrebbe dire che solo il recente arrivo (10 anni) di immigrati clandestini (Nigeriani, Zimbabwiani etc…) ha alzato il livello di violenza, ma la maggior parte dei cortei di solito finiscono in Toi Toing (in pratica balli e canti) e difficilmente vengono alzate spranghe o colpiti civili.

E cosi’ fa un po’ tristezza leggere le ultime notizie delle sparate di Jacob Zuma, il presidente di tutti e non solo di quelli che possiedono la tessera del partito.
Qualche giorno fa, durante un comizio, aveva detto che possedere la tessera dell’ANC e votare per il suo partito era un’assicurazione per andare in paradiso. Votare DA (i rivali dell’ANC) equivale a quanto pare a finire all’inferno.

Stavolta Zuma, dopo essersi fatto scivolare tutti gli scandali riguardanti le numerosi moglie, le docce usate per “liberarsi” dall’AIDS, le accuse di stupro ha colpito qualcosa che la maggior parte dei sudafricani conoscono e amano: la propria religione.
E sanno benissimo che quanto detto dal loro presidente e’ una immane cazzata.