Il piacere di avere una casa in Africa

Immagino il discorso tra il costruttore e il proprietario della mia casa, 25 anni fa, mentre la stavano costruendo.

“Dai Ing. Brett (nome a caso locale), non pensi che dobbiamo proteggere i soffiti un po’ di piu’, nel caso che l’acqua ci cada sopra? Tipo quando piove troppo e poi le tubature scoppiano”

“Ma figurati Devon (altro nome a caso locale), facciamo su il tetto, mettiamo qualche tegola e poi via. Tanti siamo in Africa, piove poco e solo in Gennaio”

Probabilmente ai tempi dell’apartheid il clima in Sudafrica era completamente africano.

Mandela esce dalla prigione, votano contro l’apartheid, il Sudafrica vince la coppa del mondo di Rugby due volte, nel 1995 e nel 2007 e qualche anno dopo un italiano, immigrato in un paese del secondo mondo e mezzo, si sveglia alle 4 di mattina perche’ sente uno strano rumore

Guarda il soffitto nella cucina e cosa vede? Acqua che entra, col soffitto che si sta piegando dal peso del liquido bastardo: un altro tubo si e’ rotto. Dopo la caldaia, ci mancava anche questa.

“Lindsey! Sveglia. Cazzo ma chi e’ lo stronzo che ha costruito la casa?”

“Boh! Chiama l’assicurazione”

Intanto, da qualche altra parte in Africa, nel suo villone isolato, in mezzo al sole con vista sulla valle, uno stronzo di nome Brett, Ingegnere in pensione, si sveglia e si gode l’alba.

Another pipe disaster

Another pipe disaster

Another pipe disaster

In giro per il parco

Ovviamente oltre a portarmi la fidata videocamera al parco dei leoni, in una giornata senza turisti (l’anno scolastico incominciava quei giorni), non potevo non portarmi la macchina fotografica.

Ecco qui tre foto fatte mentre tentavo di filmare qualsiasi cosa si muovesse:

Lion by my car

(Si’, ho affrontato il safari con una Toyota Yaris…)

Lion in the park

Momenti dopo una cagata colossale che mi sono perso per pochi secondi.

The lion path

Non ci sono leoni, ma quell’albero li’, di fianco a quel sentiero, fa molto Africa!

In missione Sonohra

Non so chi siamo i Sonohra.
Abitando cosi’ lontano la musica italiana arriva solo se portata da qualche messaggero in visita qui.

A quanto pare il mio messaggero ha sempre e solo un nome e un viso: Alessia (una persona che ha rivestito un’importanza incredibile negli anni scorsi e che, insieme ad davvero ristretto gruppo di persone, vorrei sempre avere a distanza di bar).
In visita a Londra nel 2005, a differenza di tanti altri ospiti, mi aveva portato un cd pieno di mp3, e avevo scoperto Fabbri Fibbra, poi rimasto sull’ipod per secoli.
Stavolta ha semplicemente passato il mio nome a una compagnia di produzione  video locale per una collaborazione.

Sinceramente pensavo che il contatto – una semplice email poco prima di Natale – terminasse li’, visto che non avevo ricevuto nessuna risposta alla mia disponibilita’.
Poi, appena iniziato l’anno nuovo, ecco l’offerta: girare uno spezzone del nuovo video dei Sonohra (che ripeto, non conoscevo per niente) qui in Sudafrica.

Il video, girato in un pomeriggio nelle montagne locali e  montato in 2 giorni, e’ stato accettato e probabilmente (spero, ma tanto una volta pagato possono fare quel che vogliono!) spezzoni saranno utilizzati per il video finale. Lo mettero’ online prima o poi, non sono troppo sicuro dei diritti, devo ancora controllare.

Su richiesta (tramite telefonata intercontinentale) i produttori volevano un po’ di true african footage.
Cosi’ questa mattina sono andato al poco distante parco naturale sperando di trovare qualche animale.
E ho avuto davvero fortuna!

Questo il risultato finale, in mezz’ora di visita al parco:

Capodanno irlandese

Gli ultimi anni mi ero abituato bene, con la tradizione di capodanno composta da porno, American Pie (o altre commedie di classe americane, tipo Bachelor Party – quando Tom Hanks faceva ridere – o Animal’s house, non metto il link perche’ se non lo conoscete non meritate il mio rispetto!), Guinness, junk food e Jack Daniels, in compagnia del solito Rob. 5 anni di fila.

L’anno scorso, per il mio primo capodanno sudafricano, avevo invitato l’intera famiglia di Lindsey nella precedente casa (in affitto). Sembra passata una vita.

Se guardo al secolo scorso invece, ricordo in particolare i capodanni passati a Scopello, da ventenne (o quasi), alla ricerca disperata di ragazze in compagnia dei soliti noti, oppure al capodanno del 98 (o 99?), ospite della famiglia Tonellotto, con un imbarazzante colore di capelli – blu – in quel di Bassano. Preferisco scordare quello del 2000, festeggiato a Molino Dorino! (grande storia comunque!)

Stavolta Jill, la sorella maggiore di Lindsey, in compagnia di Curtis, il suo nuovo ragazzo, ci aveva invitati al club irlandese, per festeggiare bevendo e mangiano come fanno in irlanda (ovvero Guinness e stufato), e tanto per non stare a casa (nessuno dei due aveva voglia di cucinare) abbiamo entrambi accettato.

Avendo il vantaggio di avere una moglie a fianco non dovevo preoccuparmi, per una volta, di trovare qualcuna con qui concludere la serata.
La serata e’ stata tranquilla, anche se ho incontrato irlandesi ancora incazzati per quel gol di Schillaci a Italia 90 (le memorie calcistiche irlandesi iniziano nel 90, con Schillaci, e finiscono nel 94, con la sconfitta dell’Italia nel mondial americano per 1-0) con cui ho discusso di birra, Trapattoni (ct attuale irlandese) e ovviamente dei numerosi problemi del paese in cui ora risiedono.

Curioso notare come basti avere un nonno, un bisnonno o altro per dichiararsi irlandese e non sudafricano. Lo stesso capita con gli "scozzesi" (che non sono mai stati in Europa) o altri discendenti di lontani emigrati (soprattuto portoghesi).

Ecco qui qualche foto a caso dal party:

New year's Eve in South Africa

New year's Eve in South Africa

New year's Eve in South Africa

New year's Eve in South Africa