La partita e’ iniziata da 10 minuti. La mia squadra gioca in casa e il pubblico, nonostante la serata decisamente piu’ fredda rispetto agli ultimi giorni, tifa e urla, forse per riscaldarsi.
Nel pubblico ci sono le categorie giovanili, 8 anni in su, che hanno finito gli allenamenti solo mezz’ora prima e hanno chiesto ai genitori di stare a guardare la partita, almeno il primo tempo please.
Vedo anche gli under 17, che invece di allenarsi hanno deciso di guardare l’incontro. Dall’altra parte della tribunetta, ci sono le solite facce dei dirigenti che il martedi’ sera si riuniscono per discutere la settimana successiva.
Stiamo giocano bene, nonostante l’evidente nervosismo di entrambe le squadre. A centrocampo ho gia’ fatto capire che non si passa. Tutte le palle sono mie.
Rimessa laterale. Stoj (il nostro giocatore bulgaro) appoggia a Wayne, che gioca a centrocampo con me. Indeciso sul da farsi, decide di passarmi la palla. Sono intorno alla tre quarti, circa 25 metri dalla porta. Qualcuno tenta di contrastarmi ma finisce a terra, alla Mark Lenders.
Uno, due tocchi e decido di tirare.
Certe volte sai che stai per segnare appena vedi la palla partire. E’ un pallone duro, per giocatori duri.
La palla va semplicemente dritta, il tiro e’ potente e il portiere non si muove nemmeno.
Prima che entri all’incrocio mi volto e allargo le braccia per accogliere l’abbraccio dei compagni di squadra.
1-0 e la semifinale inizia alla grande.
La partita prosegue, il Randburg prende due pali ma stavolta non si passa piu’ .
In contropiede segnamo il 2-0 a 10 minuti dalla fine e siamo in finale.
Intanto i bambini sono rimasti coi genitori fino alla fine dell’incontro, finito alle 9 e mezza.
Festeggiano sugli spalti e noi andiamo a battere un cinque con qualche decina di tifosi rimasti fino alle fine, da veri sboroni.
Vengo premiato come man of the match (per la settima o ottava volta questa stagione) e intanto tento di ricordarmi l’ultima volta che arrivai a giocarmi una finale in qualche torneo o coppa.
A Londra, nonostante le due coppe disponibili ogni anno, non mi ero mai spinto oltre i quarti di finale.
In Italia? Escludendo una finale di un torneo a 6 da allievo (persa 3-5 col Legnano, nonostante i due goal messi a segno), l’ultima volta ero un giovanissimo, ed era la finale dell’Olimpiade dell’Alto Milanese, persa 4-1 contro Arese (la mia memoria calcistica e’ fantastica).
Avevo quanti anni? Probabilmente 14 o 15. Si parla di 15 anni fa.
Una vita.
E sono dovuto emigrare in Sudafrica per avere la rivincita. Sono in finale. E voglio vincerla.
Grande Gooool!
In bocca al lupo per la finale!