Road trip – parte 2: Le Cinque Terre

Quando vivevo in Italia, viaggiare per visitare il belpaese era un evento che avveniva solo durante le annuali gite scolastiche (dalle elementari alle superiori) oppure durante i viaggi famigliari, rigorosamente in macchina.
Certo, ogni tanto andavo via per interi weekend – tentando sempre di tornare giusto in tempo per la partita della domenica pomeriggio – ma di solito finivo in Veneto in cerca di vino, grappa e (per un certo periodo) amore.

Poi, partito per Londra, quando tornavo volevo restare in un raggio di 10km da casa mia, visto che tutto quello che volevo fare era dormire nel mio vecchio letto, incontrare i miei vecchi amici e passeggiare nel mio vecchio paese.

Da quando porto Lindsey in Italia invece mi e’ venuta la voglia di farle scoprire l’Italia, e allo stesso tempo, riscoprirla per me stesso.

Se qualche anno fa la portata era quella di un treno (con gite ai laghi), con la scoperta dell’auto a noleggio, evitata per anni, e grazie all’aiuto di amici, sono riuscita a portarla su altri laghi in Lombardia, oppure a volare fino in Sicilia per divertirci una settimana intera in quel di Scoglitti e ad allungare il raggio a svariate centinaia di chilometri, generalmente guidati tutti da me.

Dopo la visita a Monaco da Anna, era giunto il momento del piatto forte del nostro viaggio: le Cinque Terre, quello scorcio di costa montagnosa tra Liguria e Toscana. Lindsey non c’era mai stata, io nemmeno. 

Time to go to the Cinque Terre

 

Levanto, una citta’ dedicata al parcheggio per le Cinque Terre

Non volendo guidare fino a Manarola, la nostra destinazione, sconsigliati da chi c’era stato prima (a quanto pare e’ impossibile parcheggiare), lasciavamo la macchina a Levanto, nel parcheggio incustodito della stazione, dove tutti in generale lasciano le macchine per periodi superiori alle 12-24 ore, grazie ai prezzi abbordabili.

Saliti sul trenino locale, arrivavamo a Riomaggiore, l’ultima fermata delle Cinque Terre prima di proseguire fino a La Spezia, dopo aver passato, nell’arco di 15 minuti, gli altri villaggi: Monterosso, Vernazza, Corniglia e Manarola.

View of the Via dell'amore

 

Dovevamo camminare li’…

L’idea originale era di camminare fino a Manarola lungo la famosa via dell’amore. Purtroppo i danni della frana dell’Ottobre del 2011 non sono stati ancora riparati (basta chiedere ai locali cosa ne pensano dei governi degli ultimi anni e delle mancanza di aiuti). Un peccato, visto che quel sentiero tra mare e monti sembrava da lontano un’ottima occasione per una passeggiata romantica.

Sad news

 

Via dell’amore chiusa, purtroppo

Arrivati a Manarola dopo 5 minuti di treno, andavamo ad alloggiare alla Ca’ de Baran, uno degli affittacamere con aria condizionata e ottime condizioni, sulla via principale che arrivava direttamente sul mare.

With Lindsey in Manarola

 

A Manarola

Dopo aver mangiato dell’ottima pasta locale decidavamo di andare a farci una nuotata nel piccolo porto davanti al villaggio (difficilmente vedrete un villaggio nella vostra vita piu’ pittoresco di questo!).  Certo, di spiaggia non se ne vedeva niente, ma il molo e le rocce erano usati da tutti per sdraiarsi e prendere un po’ di sole dai locali e turisti.

The port of Manarola

 

 

The beatiful town of Manarola

 

Foto di Manarola. Splendida

Tornati all’appartamento decidavamo di inoltrarci a Corniglia per passare la serata. Dopo essere arrivati in stazione, invece di diregerci sulla cima della collina, dove si appoggia Corniglia (dopo una scalinata di 382 gradoni) per qualche motivo finivamo ad esplorare una zona semi distrutta (probabilmente dove prima c’erano banconi di qualche mercato turistico o qualcosa del genere).

By Corniglia

 

Sulla spiaggi sotto Corniglia

Dopo esserci avventurati su sentieri sperduti sotto la ferrovia, arrivavamo proprio sopra la famosa e quasi inacessibile spiaggia di Guvano, una spiaggia di nudisti. E, a giudicare da quello che succedeva 20 metri sotto di noi, anche di pervertiti. Mentre 2 tipe prendevano il sole topless, un ragazzo allegramente giocava col suo pisello a 10 metri da loro.

Lindsey si imbarazzava, mentre io ovviamente facevo la foto:

The Guvano Beach (nudist beach)

 

Vi conviene controllare con lo zoom: le due tipe a destra sono in topless, il tipo a sinistra si sta facendo una sega

Cosi’ a Corniglia di arrivavamo 1 ora piu’ tardi, quando ormai il sole stava per calare. Arrivati col tramonto pensavamo di essere in un paese abbandonato, con pochissime persone in giro. Una volta calato il sole invece uscivano tutti, dai vecchi ai bambini, fino ai pochi turisti che dormivano lassu’. Mi ricordava Scoglitti durante il mio viaggio siciliano dell’anno scorso.

By the church in the middle of Corniglia

 

Stanchi in alto a Corniglia

Tornati stanchi morti, prendendo l’ultimo treno disponibile intorno alle 11.30, tornavamo distrutti in albergo, pronti per ripartire in direzione Monterosso la mattina dopo.

This is where the wine comes from

 

Il vino viene prodotto ovviamente qui

Se cercate una spiaggia alle Cinque Terre, Monterosso e’ l’unica soluzione (Vernazza l’abbiamo saltata totalmente, non c’era tempo). Il resto dei villaggi offre moli oppure rocce, mentre Monterosso ha una sua spiaggia con il tipo di sabbia che piace ai turisti (io preferisco le rocce, la sabbia e’ insopportabile).

At Monterosso beach

 

Lindsey a Monterosso

Sunbathing at Monterosso

 

La spiaggia di Monterosso

Dopo l’ennesima nuotata – non riesco proprio a stare fermo e prendere il sole – e le solite foto di rito, era purtroppo tempo di prendere il trenino, tornare a Levanto, sperare che la macchina fosse ancora li’ (c’era, per fortuna) e partire in direzione Toscana, per l’ultima tappa del nostro veloce road trip.

A happy Lindsey

 

Lindsey dice addio a Manarola ballando per le strade

Road trip – parte 1: Monaco

Una volta atterrati da Londra, dopo una settimana – tranne il weekend – passata a lavorare (non Lindsey, lei si e’ divertita anche li’), prendavamo un’automobile a noleggio pronti per partire il giorno dopo, di prima mattina, in direzione Monaco, dalla mia carissima amica Anna (l’ultima volta che ero andato a trovarla a Monaco era per il suo matrimonio), per la prima tappa di 4 intensi giorni.

Ready to go with our 500 rental

 

La solita 500 che mi danno ogni volta

Con una 500 – a quanto pure l’unico modello di macchina disponibile ogniqualvolta torno in Italia – partivamo da Canegrate per andare in direzione Alessandria e poi Savona, saltando completamente la pessima tratta genovese. Nonostante qualche spavento (la ruota di un tir ci esplodeva davanti, causando attimi da infarto), arrivavamo in meno di 5 ore a Monaco, in Francia.

Here we are!

 

Arrivati!

Monaco la conoscete tutti, soprattutto per il GP. E’ una cittadina / nazione indipendente  di  30.000 abitanti affacciata al mare, con un microclima creato dalle montagne circostanti, piena di persone abbastanza ricche.

Qualche anno fa Anna abitava con suo marito Peter nella citta’ vecchia, sulla rocca di fronte al castello, ma per vari motivi si sono spostati recentemente nella parte “nuova” (ovvero uno di quei palazzoni con vista mare che vedi davanti al molo / spiaggia).

Dopo aver parcheggiato all’interno del cortile (un lusso da queste parti), Anna ci portava al 25esimo piano, da dove potevamo ammirare praticamente tutta Monaco. Il panorama dalla stanza da letto e dal soggiorno era davvero incredibile.

Posing by Anna's balcony

 Lindsey sul balcone di Anna

Monaco looks quite beatiful

 

La vista dall’appartamento di Anna

Arrivato Peter con la spesa (fatto ovviamente in Italia, inutile sprecare soldi a Monaco), uscivamo per camminare lungo il porto e la spiaggia.
Quando venni qui nel 2010, la mia esperienza monegasca si fermo’ alla rocca (dove Anna si sposava) e al molo (dove c’era il party e l’albergo). Passeggiare adesso con Lindsey passando per posti come il Casino, i viali nascosti della cittadina vecchia e lo Yacht club, ascoltando le storie di Peter e Anna, era un modo favoloso per riscoprire la citta’.

Some buidlings in Monaco

 

In giro per Monaco

 

With Anna and Lindsey

 

Con Anna e Lindsey davanti al casino

By the famous GP tunnel

 

All’entrata del classico tunnel del GP di Monaco

Dinner with the Bentleys

 

Cena con Peter

Dopo una fantastica cena sul balcone offerta dai coniugi Bentley (trofie al pesto, burrata, gelato fatto a mano..) il giorno dopo Lindsey, Anna (ho gia’ detto che e’ attualmente incinta di 6 mesi? no? ecco, ora lo sapete) e io scendavamo in spiaggia, grazie anche ad una giornata dove il sole monegasco finalmente decideva di stare al passo con quello italiano.

La spiaggia (ovviamente privata) era in condizione pristine. Il mare, non uno delle qualita’ riconosciute a Monaco, mi sorprendeva per la pulizia e la presenza di pesci (probabilmente al mattino ne buttavano qualcuno dentro).

Swimming in Monaco

 

Lindsey e Anna nel mare monegasco

 

A floating dude

 

Mentre galleggio a Monaco

With Anna

 

Colazione sulla spiaggia

Breakfast on the beach

Champagne!

Una storia singolare: mentre uscivo da una delle lunghe nuotate per andare a riposarmi, un signore di provenienza russa mi fermava chiedendomi aiuto. L’anello gli era caduto e non riusciva a trovarlo sotto l’acqua. Io, grazie ai miei occhialini e le mie doti da sommozzatore, impiegavo 30 secondi ad avvistarlo (era un anello enorme), e, per ringraziarmi, mi veniva offerta una bottiglia dello champagne piu’ costoso che avevano a disposizione (se non era il piu’ costoso, era il terzo o quinto della lunghissima lista). Solo a Monaco. Col senno di poi avrei potuto scappare con l’anello e rivenderlo per pagarmi il mutuo della casa…

Anna organizzava la colazione direttamente in spiaggia mentre io offrivo da bere grazie al mio nuovo amico russo. Una volta mangiato, digerito e pagato (non io fortunatamente…), per me e per Lindsey era arrivato il triste momento di salutare Anna per partire in direzione della seconda tappa del nostro Road Trip: le Cinque Terre

 

A Londra, per una settimana diversa

Tornare a Londra, per me e per Lindsey, e’ sempre un’occasione speciale, visto che ci siamo incontrati li’ mentre entrambi vivevamo intorno al fiume (io a nord del Tamigi, dalle parti di Fulham, Lindsey dall’altra parte, a Putney, East Sheen e Wandsworth).

Di solito, durante la settimana londinese durante le nostre vacanze estive, io me ne vado a lavorare in ufficio mentre Lindsey spende 2-3 giorni in compagnia della sua migliore amica in Galles, per poi passare un intero weekend insieme una volta tornata.

Beer o'clock

Mentre Lindsey e’ in Galles, io lavoro duro

I used to live there

Il mio vecchio appartamento

Quel particolare weekend di solito veniva accompagnato da camminate nei vecchi posti che frequentavamo una volta, e ad incontrare i pochi amici (2) rimasti nella zona.

Stavolta, grazie anche al fatto che eravamo di fatto indipendenti (il mio ufficio ha gentilmente sponsorizzato una stanza nel Travel Lodge locale dalle parti di Kew Bridge), abbiamo potuto affrontare il weekend insieme in maniera diversa, visto che di solito eravamo ospiti di amici o dagli zii sudafricani di Lindsey.

Cosi’ di sabato mattina decidavamo di affrontare la giornata (quasi) a piedi e rilassarci, dimenticandoci completamente di fare shopping (cosa che mi faceva abbastanza felice, visto che comunque tutto quello che volevo comprare me lo sono fatto recapitare in ufficio via Amazon settimane prima…).

Kew Bridge

Davanti a Kew Bridge

At the Cafe Rouge in Chiswick

Colazione

Dopo una colazione in riva al fiume, l’intenzione era di continuare a camminare per Chiswick per poi prendere il treno ed andare ad incontrare Glenn, un cugino di Lindsey ormai da tempo trapiantato a Londra.
Sulla strada per Hammersmith invece Lindsey scorgeva il solito parco di Barnes, che io durante i tempi londinesi attraversavo in bici ogni giorno, completamente pieno di persone e banconi.

Era la fiera annuale di Barnes, una specie di mercatino locale a cui Lindsey non poteva dire di no. Sinceramente l’idea di passare 1-2 ore nella fiera all’aperto, sotto un sole cocente, alla ricerca di regali da comprare non mi interessava piu’ di tanto, ma la presenza di un chiosco enorme che vendeva Pimm’s (la classica bevanda alcolica estiva inglese) rendeva molto piu’ interessante la permanenza li’ che non visitare i soliti negozi sulle solite high street.

More people at this great market

La fiera annual di Barnes

Alla fine la fiera annuale di Barnes si rivelava alquanto interessante. La torre di St Mary (la chiesa locale) era aperta al pubblico per pochi spiccioli, e sia mai che io rifiuti di salire in una torre per andare sul punto piu’ alto.

Climbing st Mary's church tower in Barnes

Mentre scalo la torre

Lindsey is still up

Lindsey saluta da lassu’

Anche il mercato di mostrava migliore di quello che pensassi, invece delle solite cagate di seconda mano, c’erano un sacco di interessanti piccoli padiglioni. Lindsey alla fine decideva di comprarsi una t-shirt da Keira Rathbone, un’artista che “dipinge” quadri usando le lettere di vecchie macchine da scrivere. Incredibilmente originale.

Selecing the bowl...

Lindsey cerca regali

Typewriting art

Un modo original di creare arte

Io invece decidevo di comprare, in vista del compleanno di Lindsey, una stampa originale di un vecchio libro di Winnie the Pooh.

Una volta salutato Barnes (con troppo Pimm’s nelle vene), prendevamo un treno in direzione di Waterloo, per poi scegliere di andare a King’s Cross (dove dovevamo incontrare Glenn) a piedi. Ovviamente l’alcool deglutito precedentemente aveva annebbiato le nostre capacita’ di comprendere le distanze e di orientarci in una citta’ che una volta era casa nostra. Cosi’ una semplice camminata di 5 chilometri raddoppiava in distanza (e in tempo).

Arrivavamo da Glenn stanchi, affamati e sudati ma fortunatamente era il momento giusto per sederci e mangiare qualcosa, mentre i due cugini chiaccheravano e io mi rilassavo.

Time to eat by Kings Cross

Con Glenn

Una volta salutato Gleen e dopo essere passati dalla “magica” piattaforma 9 3/4 (che a Lindsey non interessava per nulla, visto che nella famiglia sono io l’unico cui piace Harry Potter), decidavamo di noleggiare una delle Barclay’s Bikes e continuare l’avventura verso il Tower Bridge, dove tradizione vuole che ci facciamo una foto ad ogni visita.

Platform 9 3/4

La piattaforma 9 3/4 a King’s Cross

L’idea delle bici a noleggio non e’ male, anche se l’esecuzione non e’ perfetta. Dopo aver passato 15 minuti a capire come sbloccare le bici (un noleggio di 24 ore costa solo 2 sterline), prendevamo una delle fantastiche corsie dedicata per avventurarci nella zona, sotto una pioggia fastidiosa che ovviamente era arrivata il momento in cui salivamo sulle bici, in direzione di Tower Bridge.

Peccato che una delle regole del noleggio ti obblighi a fare “docking” (bloccare le bici in una delle numerose stazioni di noleggio a disposizione) ogni 30 minuti, per evitare una multa di 1 sterlina. Quindi il percorso a tappe (circa 6km) avveniva nel seguente modo: ogni 25 minuti (Lindsey va abbastanza piano, e le bici non sono granche’) il cronometro mi indicava che era tempo di trovare una docking station. 5 minuti di panico nel caso fossimo tra docking stations, e poi, una volta bloccata la bici, bisognava aspettare altri 5 minuti (sotto la pioggia) per riprendersele (immagino una geniale idea per evitarne il furto…).

Riding the Boris Bikes in London

In giro per Londra in bici

Here we are

Eccoci qui!

Too much cycling

Lindsey e’ leggermente stanca

Arrivavamo a Tower Bridge giusto in tempo per fare le foto di rito. Da li’ a Waterloo erano solo 3km, e una volta rimesse le bici a posto, era l’ora di salire sul treno e ritornare in albergo.

Il giorno dopo (Domenica), andavamo invece in direzione Richmond (5-6 km dall’albergo) camminando verso casa di Pamela e John, gli zii di Lindsey. Una volta arrivati li’ fortunatamente potevamo rilassarci senza fare niente, mangiando cibo (barbecue ovviamente) e vino offerto gentilmente da loro.

The Thomson clan reunited

Con gli zii di Lindsey

L’ultima visita prima di ripartire in Italia era a Gemma (e sua figlia, di credo 1 anno o poco piu’). A Putney passavamo un pomeriggio ricordandoci delle avventure di qualche anno fa,  e mangiando a Wagamama, uno dei miei locali preferiti.

In the park by Fulham

Con Gemma e figlia

Poi, dopo aver salutato i colleghi, era finalmente giunto il momento di tornare in Italia e iniziare 4 giorni a spasso per la costa ligure (piu’ o meno…)

In Italia, al quartiere generale, dove i gelati sono i migliori al mondo

Personalmente trovo difficile incominciare a scrivere del mio viaggio estivo in Italia subito dopo essere atterrato in Sudafrica.

Ci vogliono un po’ di giorni per ritornare alla pari col lavoro (a quanto pare in quei 5 giorni senza computer incluso il lunghissimo viaggio succede sempre il finimondo), e poi mi tocca organizzare le foto, fare un’upload generale (provateci voi su queste ADSL africane…) e, una volta passata la nostalgia – di solito quando mi finisce la scorta di salumi procurata da mia madre prima della partenza – finalmente trovo il tempo necessario per scrivere.

Flying to Dubai

Pronti per la partenza

A little tired

Un viaggio lunghissimo

Questo viaggio in Italia (e a Londra, come al solito non potevo fare una capatina nell’ufficio londinese), rispetto alla visita di Maggio e a quello dello scorso anno, in compagnia di Debbie e delle sue figlie, aveva due obiettivi: mostrare a Lindsey un altro pezzo di bellezza italiana (questa volta la costa nord tirrenica) e festeggiare il compleanno di mio padre, arrivato a 70 anni (l’unico dei suoi fratelli, ormai non piu’ con noi) nonostante le sigarette e il vino (alla faccia di chi dice che bisogna fare una vita salutare per vivere a lungo).

Sbarcati a Malpensa dopo un lungo viaggio di 20 ore (via Dubai, l’unica via economica per l’Europa – dopo lo scorso anno preferisco evitare Ethiopian Airlines), e come al solito accolti dalla mia gentilissima madre, che quando sono in zona si sbatte come poche per garantire a me e a Lindsey un soggiorno senza problemi (grazie mille!), arrivavamo a Canegrate di domenica pomeriggio.

Our lift to home

Mamma e Germano pronti a prenderci

Pasta is ready

Mio padre pensa al pranzo per la povera, affamata, Lindsey

Con la partenza per Londra (di cui parlero’ nel prossimo articolo) 2 giorni dopo, non potevevamo fare troppo, e allora abbiamo passato quel periodo a rilassarci e in generale mangiare gelati.

La gente si lamenta della pasta e della pizza all’estero, ma con un po’ di ricerca si riesce sempre a trovare pizzerie e ristoranti in grado di rendere felici gli italiani. Ma per il gelato e’ un’altra storia.

Ho viaggiato e lavorato negli Stati Uniti, ho vissuto a Londra per anni (e viaggiato in tutta Europa), ho passato mesi in Polonia ogni estate e adesso vivo in Sudafrica ma da nessuna parte ho trovato gelati cosi’ buoni (ed economici) come in Italia.

Ice creams with Tyson

E Lindsey garantisce. (pure il cane)

Una corsa con Beppe la domenica sera mi e’ servita a sgranchirmi le gambe, per poi passare due serate rilassandoci al Tex-Out, la versione estiva (all’aperto) del classico Texas Town, e in compagnia di mia madre per una cena a casa sua, a base di tutto, che mi fa sempre felice!

To the  Tex-Out

Tex-Out time!

With Beppe

Con un dimagrito e sportivo Beppe, dopo una corsa mattutina

Party time

Il benvenuto a casa di mia madre

Between my favorite girls

Olga e Lindsey si divertono col mio faccione

Il giorno dopo era gia’ tempo di partire in direzione Londra…

Luglio in Europa

Organizzare questo viaggio e’ stato leggermente difficile. Non solo avevo prenotato i biglietti da Johannesburg a Milano (via Dubai) con il mio cognome (Lindsey viaggia ancora con il nome da nubile, un disastro cercare di cambiarli, anche se alla fine ci sono riuscito, senza spendere un soldo), ma invece di comprare i biglietti da Milano a Londra, per sbaglio ho comprato i biglietti da Londra a Milano…

Nonostante i cognomi sbagliati e i biglietti con destinazioni rovesciate, entrambe le agenzie che si sono occupate di fare i visti per Lindsey (la pessima Capago, che si occupa dei visti italiani e francesi, e Teleperformance, che si occupa di quelli UK) non si sono accorte di niente il mese scorso, e solo dopo aver ricontrollato tutto mi sono accorto degli errori…

Tutto e’ finalmente alle spalle e io e Lindsey siamo pronti a tornare in Italia (e Londra) dopo il viaggio dello scorso anno. Purtroppo passero’ meno tempo dalle parti di Canegrate, visto che per una volta mi sono sbattuto per organizzare un percorso turistico migliore per la povera Lindsey, ormai stanca di continue visite al solito pub e ai soliti posti.

Calendario finale:

  • Atterraggio a Malpensa Domenica 6 Luglio (alle 14.20), dopo circa 20 ore di volo via paesi arabi
  • Partenza per Londra Martedi’ 8 Luglio e ritorno il 15 (da qui in poi noleggeremo un macchina)
  • Road trip! Prima tappa, Mercoledi’ 16: Monaco, dalla mia cara amica Anna
  • Seconda tappa, Giovedi’ 17: Cinque Terre, con pernottamento a Manarola
  • Terza tappa, Venerdi’ 18: Toscana, via Pisa e Firenze, con pernottamento a quello che sembra un fantastico agriturismo: il Podere Le Pialle 
  • Sabato ritorno tranquillo verso Milano
  • Domenica 20: festa di compleanno combinata per mio padre (70esimo) e mia sorella (molto piu’ giovane)
  • Lunedi’ 21: partenza in direzione Johannesburg, da Malpensa, alle 10 di sera (saremo a casa praticamente 24 ore dopo…)