Grondaie e mutande

Ogni tanto mi chiedo quando i precedenti proprietari si sono detti "che cazzo ce ne frega delle grondaie? Tanto la casa la vendiamo".

Mentre Isaac, il mio imbianchino nero, veniva pagato ben10 euro al giorno per verniciarmi le pareti interne, io salivo sul tetto con l’intenzione di pulire le grondaie e gli sfoghi otturati (in puro stile africano non sono collegati a nessuno sistema di fognatura e irrigano direttamente il giardino).

La giornata era calda, specialmente a petto nudo sul tetto. 35 gradi che avrebbero ucciso chiunque. Armato di paletta e canna dell’acqua pensavo che in un’ora sarei riuscito nell’impresa di rimettere a posto tutto.

Due giorni dopo era ancora in bilico sul tetto a togliere i regolari 10 cm di terriccio (e piante comprese, stava crescendo una specie di granoturco sul mio tetto…) e a cercare di liberare gli sfoghi dalle dozzine di palle di tennis, palline da golf, uccelli morti (probabilmente in epoca preistorica) e un paio di mutande taglia bambino.

Mi posso anche immaginare la scena.
Flashback a Marzo 2007, quando questa casa era abitata dai coniugi Peters e i loro due figli

Uno dei due figli lancia l’ennesima pallina da tennis che si blocca nella grondaia. Felice, ne cerca un’altra. Non la trova, ha finito tutto l’arsenale.
Manda il fratello dentro a prendere un po’ di palline da golf. Non ci sono, il padre e’ andato a giocare, e torna la sera. Mamma dorme in soggiorno mentre Oprah intrattiene i suoi ospiti.
Non possiamo fermarci qui si dicono, ci stiamo divertendo. Cosa possiamo buttarci dentro? Siamo in costume, la piscina e’ dietro di noi, non abbiamo niente con noi.
No, wait a minute. Ed ecco che uno dei due si toglie le mutande, le appallottola e con un fantastico tiro dalla distanza colpisce in pieno il buco della grondaia. Non si accorge che le mutande stordiscono un piccione africano che finisce nello scolo e rimarra’ li’ per mesi, fino a quando un italiano non lo tirera’ fuori, ormai ridotto a mummia.
Applausi. Ora annoiati, i fratelli si voltano e si buttano in piscina.

La mamma si sveglia e passa da Oprah a Ellen DeGeneris, solo due canali piu’ avanti. E torna a dormire. Dopotutto e’ sabato pomeriggio.

Cleaning the gutters

Some good water pressure

Guardare il cielo ad un mese dal matrimonio.

Lavori e ricevi dozzina di telefonate (via telefono o skype) da varie persone, in generale riguardanti questioni matrimoniali.
La luna di nozze che non si riesce a prenotare – un errore dell’agenzia dicono – , amici e famigliari che, immagino impauriti dall’idea di venire nel terzo mondo africano, chiedono consigli e aiuti che io posso fornire dall’alto dei miei 7 mesi qui, e questi bastardi della telecom locale che proprio non vogliono venire ad installarmi il nuovo collegamento telefonico, lasciandomi in balia del wi-fi di iburst (a mezzo mega, dove per vedere un qualsiasi video da internet bisogna sperare nel miracolo) invece di una solida adsl.

Arriva un’altra telefonata. La gentile ragazza incaricata di coordinare le nozze dal punto di vista delle decorazioni si e’ licenziata facendo partire una crisi a tutte quelle future spose (tra cui la mia) che si erano affidate a lei.

Pensi che forse conviene aspettare la sera prima di riferire tutte le novita’ alla tua futura moglia, che probabilmente a quest’ora sta lasciando la scuola dopo un’ora di discussione coi genitori di bambini bastardi (sia i genitori che talvolta i bambini).
Pensi che tutto sommato sei contento di non fare l’insegnante, ma vorresti anche essere in grado di non rispondere al telefono per qualche tempo, visto che comunque tutti sanno che hai il culo appoggiato di fianco al computer e al cellulare.

Fa caldo, e cosa fai?
Accendi itunes e, ispirato da Clerks 2 (un film commovente che, finale a parte, rende benissimo alcuni stati d’animo da Aprile 2007 ad oggi), fai partire Nothing But Flowers dei Talking Heads, e lo metti in ripetizione, come spesso succede quando ascolti una canzone (solo una) che ti piace. La ascolti fino a quando ne trovi un’altra per sostituirla.

Esci fuori in giardino, poco lontano dalla piscina e dalla fontanella che tanto ti rilassa la mattina appena svegliato, con tutto quel cinguettio di uccelli che la utilizzino come se fosse il loro Texas personale, e ti sdrai sull’erba, tagliata ieri dal giardiniere, verdissima (almeno tanto verde quanto un daltonico come te puo’ riconoscere) e morbidissima.

Prendi la macchina fotografica, guardi il cielo e scatti una foto.

Cloud over my head

Il cellulare lasciato in ufficio suona. Probabilmente e’ la tua futura moglie che ha ricevuto notizie dalla gentile signora (era davvero gentile quando l’abbiamo incontrata) e ora vuole discutere sul da farsi.

Vorresti alzarti ma dal computer senti il ritornello della canzone e tutto quello che vuoi fare e sdraiarti, chiudere gli occhi e ripensare che Clerks 2 e’ davvero un filmone.

[…]

Once there were parking lots
Now it’s a peaceful oasis
you got it, you got it

This was a Pizza Hut
Now it’s all covered with daisies
you got it, you got it

I miss the honky tonks,
Dairy Queens, and 7-Elevens
you got it, you got it

And as things fell apart
Nobody paid much attention
you got it, you got it

I dream of cherry pies,
Candy bars, and chocolate chip cookies
you got it, you got it

We used to microwave
Now we just eat nuts and berries
you got it, you got it

This was a discount store,
Now it’s turned into a cornfield
you got it, you got it

Don’t leave me stranded here
I can’t get used to this lifestyle

Una vita di debiti, partendo da Aloe Avenue

1174 Aloe Avenue. La cittadina e’ la stessa, Weltevreden Park, il codice fiscale pure, 1709, e, ovviamente, la nazione africana sempre quella: Sud Africa.
Non chiedetemi il perche’ del numero: sono l’unica casa dell’isolato, e ben tre muri di recinzione su quattro danno sulla strada.

Con l’acquisto della reggia Olgiati (ok, a nome mio e di Lindsey, anche se alla fine per pagare i soldi saranno detratti dal mio stipendio coloniale) inizia l’ennesimo step forward della mia vita, anche se in questo caso stiamo parlando di numerosi anni a cercare di ripagare il famigerato mutuo.

Avevo raccontato della casa che volevo prendere, e promesso foto. Finalmente sono riuscito a trovare un po’ di tempo dopo il trasloco, ed eccovi una selezione.

La collezione complete delle foto la trovate qui

C’e’ ancora da dipingere, ripulire, mettere a posto i chilometri di cavi modello covo di serpenti che vivono nel tetto, inserire qualche mobile e comprare qualche cane, ma perlomeno ho gia’ le cose essenziali che servono a sopravvivere: un pub, una piscina e un sistema d’allarme a cinque stelle (e le guardie che pago sono autorizzate a sparare all’interno della mia proprieta’). Aaaaah, i contrasti del terzo mondo.

Moving from Le Maison
View from the parking
My beautiful and green garden
The pool (still needs to be cleaned)
The pub left by the previous owners
My office

Aloe Avenue

A quanto pare tra 2 settimane finalmente iniziero’ l’ennesima avventura della mia vita in Aloe Avenue.

Lindsey verra’ a vivere con me solo dopo il matrimonio (anche se praticamente passa tutto il suo tempo libero qui oppure mi porta agli allenamenti di calcio – 4 volte alla settimana…) quindi potro’ godermi le ultime settimana da single in una casa probabilmente troppo grossa anche per una coppia ed eventuali cani.

Bisognera’ riempire le stanze in qualche modo.

Qualcuno mi ha chiesto altre foto ma sinceramente non ho avuto ancora tempo di pedalare e fotografare la casa con i vecchi inquilini ancora dentro. In cambio, ho trovato un link da un sito di vendita case (non ancora aggiornato, visto che e’ segnalata ancora come on sale)

Qui potete trovare qualche foto e informazioni varie (piscina e pub compreso):

http://www.myproperty.co.za/property_details.aspx?PROPERTY_REF=92942&V=1

Il fantasma dei natali futuri, in costume da bagno nella mia piscina.

Lo dico adesso cosi’ non sara’ una sorpresa: il prossimo natale lo passero’ in Sudafrica.
Quello del 2009 in Italia, e cosi’ via fino a chissa’ quando.

Tornare da quasi 3 settimane di inverno europeo in Sud Africa e’ stato uno shock.
Fa sempre effetto sentire storie di cenoni di natale passati all’aperto, cucinando su barbecue e nuotando in piscina per combattere il caldo infernale.

Ancora non capisco perche’ la versione locale di Babbo Natale sia simile a quella europea: ciccione, con la barba bianca, vestito di indumenti invernali rossi e bianchi. Con le renne.
Gia’ mi aspettavo il Babbo Natale nero con antilopi al posto di Rudolph e compagnia bella.

Tornato in Sud Africa sono stato dirottato quasi subito a Kimberley, a vedere un buco. Un grande buco. The big hole, proprieta’ della De Beers, famosa per i diamanti. Potete vedere qualche foto qui o leggere il report in inglese di la’. Shari, amica di Lindsey, ci ha ospitato nella sua riserva, con qualche rinoceronte in giro la sera.

The big hole in Kimberley

Rhinos on the road

Sunset in Kimberley

Pochi giorni fa ho invece firmato i documenti per il mutuo. La casa di cui vi raccontavo, a meno di disastri da qui a meta’ febbraio, e’ mia e di Lindsey. Piscina e pub incluso.