La partita piu’ costosa della storia

Vedere l’Italia per ben 6 volte (tra Confederation Cup nel 2009 e World Cup nel 2010) qui in Sudafrica mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ho visto 6 partite, ne hanno vinta una (contro gli Stati Uniti, in 10), pareggiate due (contro squadroni come la Nuova Zelanda e il Paraguay) e perse ben 3 (con Brasile, Egitto e Slovacchia).

Ma voglio vedere l’Italia vincere ancora una volta. E, grazie alla collaborazione di Dominik, sono riuscito a procurarmi un biglietto per Italia-Croazia del 14 Giugno prossimo a Poznan, durante i campionati europei.

Cosi’ ne approfitto per venire (stavolta da solo) in Italia, farmi una capatina in Polonia e, se l’Italia riesce a non farmi incazzare per l’ennesima volta, godermi un ultimo weekend nella mia cara patria.

Le date:

Partenza: 9 Giugno da Johannesburg, arrivo il 10 mattina a Malpensa, via Dubai
Viaggio in Polonia: via il 13 (mercoledi’) a Berlino da Malpensa, poi autista fino a Poznan (30 euro per 150km, un affare). Il 14 guardo la partita, il 15 sera riparto alle 21 da Berlino per tornare a Milano
Ritorno: 18 Giugno partenza di sera da Malpensa e atteraggio di martedi’ mattina a Johannesburg, sempre via Dubai.

Tutto per vedere una dannatissima partita (e si spera per rivedere le solite facce note!)

Ora si tratta solo di terminare le mie 24 ore di lavori socialmente utili, ricevere una bella lettera che dice quanto sono bravo coi cani, e tornare in tribunale il 18 Aprile per riottenere la mia liberta’!

 

Le mie prigioni

Se e’ da un po’ che non scrivo, il motivo e’ presto rivelato:

Olaf in jail

Quello dietro le sbarre sono io. Foto gentilmente offerta dal mio compare Curtis.

Sono finito in galera, per furto. Nelle ultime settimane sono stato impegnato con tribunali ed avvocati e al momento sto scontando la mia pena (24 ore di servizi socialmente utili di cui parlero’ settimana prossima, quando le avro’ completate).

Lo so, sembra assurdo. Mi mancava pure questa. Ma vediamo prima di riassumere i motivi che mi hanno portato alla stazione di polizia di Roodepoort il 23 Marzo scorso.

Sono le 11 di mattina. Mi sono svegliato alle 7 per portare avanti qualche lavoro. Alle 10.30, senza aver fatto colazione, decido di andare a fare spesa per il pranzo nei soliti supermercati qui vicini. Non avendo la macchina, ancora in mano a Kirsten e Andy (lei e’ ormai all’0ttavo mese di gravidanza e la loro macchina e’ morta), prendo la bici e faccio il solito giro.
Woolworths per prendere formaggi. Fruit and Veg per la carne e la verdura. E poi Checkers per il resto. Arrivo verso le 11.00 e parcheggio la bici. Sono stanco e sudato e mentre butto la spesa nel carrello, decido di bermi una redbull farlocca e mangiarmi un pacchetto di patatine all’interno del supermercato. Vado alla cassa, e lascio il carrello mentre carico tutto sul mio zaino. Mi scordo la lattina e il pacchetto di patatine (valore totale: 32 rand, 3 euro).

Mi incammino verso l’uscita e la sicurezza mi ferma (qui ai supermercati e’ dovunque). Mi accusano di non aver pagato lattina e patatine e io mi scuso, e offro di pagarle seduta stante. No, non si puo’ venga con noi.

Inizia un’esperienza tanto assurda che ancora adesso mi viene da ridere. Vengo accompagnato negli uffici del manager della sicurezza. Mi accusano di aver rubato (mangiato) 32 rand e mi controllano lo zaino con altro cibo proveniente da altri supermercati. Ho lo scontrino (tranne che per il gorgonzola) ma mi controllano tutto.
Decidono di chiamare la Polizia. Io mi siedo e aspetto. Immagino stiano bluffando.

2 ore dopo arriva la polizia, mi guarda, mi chiede cosa ho fatto e se la ride. Arriva una telefonata e devono andare ad arrestare un ladro preso con le mani nel sacco mentre derubava una casa poco distante. Io aspetto, e aspetto. 1 ora piu’ tardi tornano, e visto che Checkers non ha abbandonato le accuse (il manager intanto era tornato a casa, era venerdi’ dopotutto…) mi devono portare in stazione. Chiedo se possono arrestarmi con la bici e loro dicono di si’ e mi portano su un camioncino corazzato con la bici a Roodepoort, alla stazione di polizia.

Arrivo, firmo i moduli, e mi dicono che visto che Checkers non ha cambiato lo status dell’accusa, devono mettermi in prigione fino a quando qualcuno non arrivera’ a pagarmi la cauzione (io non posso) fissata a 500 rand (50 euro).
Passo due pallosissime ore in prigione (sporchissima) seduto per terra mentre tento di intavolare una discussione con un ladro di appartamenti (dello Zimbabwe, zero conoscenza dell’inglese) e un pirla che ha provato a rubare una macchina mentre la polizia era parcheggiata a 50 metri.

Leggo tutti i 4 muri mille volte, di solito rovinati da graffiti che invocano Dio o invocano la morte della polizia. Evito il cesso, un buco senza privacy (delle privacy me ne sbatto, ma c’era troppo vomito e troppa poca carta igienica per avvicinarsi li’ vicino). Curtis arriva e paga la cauzione. E tanto per prendermi per il culo, mi fotografa in prigione (notare tra l’altro la mia uniforme…)

Olaf in jail

Il tipo che ha provato a rubare una macchina riceve nello stesso lasso di tempo la visita del padre che gli comunica che dovra’ stare in prigione fino a lunedi’, visto che di pagare la cauzione (piu’ alta della mia) non ne vuole sapere e che e’ tempo che impari una lezione. E il tipo scoppia a piangere.

Io esco, torno a casa, mi scuso con Lindsey per lo spavento (provate a chiamare la moglie e iniziare la discussione con “Lindsey, prima di tutto stai tranquilla. Sono in prigione ma va tutto bene….“)

Olaf in jail

Il lunedi’ successivo mi presento in tribunale. Appuntamento fissato alle 8.30 ma mi chiamano dentro solo alle 3 del pomeriggio. Nel frattempo finisco Hunger Games (bel libro, altro che la saga di Twilight) e Lord of the Flies, che non avevo mai letto in inglese.
Entro dentro, e il giudice (donna) per sbaglio riceve una cartelletta contenente un’altro capo di accusa per violenza e assalto. Si incazza con me, io povero straniero che faccio queste cose in Sudafrica.
L’avvocato le dice che ha sbagliato cartella. Non si scusa e mi accusa di essere qui illegalmente.
Io non dico niente (ovviamente e’ incazzata) e l’udienza viene posticipata alla settimana successiva.

Passa una settimana e mi ripresento al tribunale.  Come al solito passano 6 ore (dove finisco il secondo e terzo libro della serie di Hunger Games) ma invece di andare dal giudice, vado dal Senior Prosecutor distrettuale che mi comunica che, visto la situazione ridicola, invece di sporcare la mia fedina penale – che mi bloccherebbe il rinnovo del prossimo visto – potrei patteggiare con 24 ore da trascorrere a fare lavori socialmente utili. 24 ore da scontare prima del 18 Aprile.

Accetto e mi vengono date due scelte: pulire i cessi e pavimenti al tribunale (dove c’e’ sempre casino, pisciano e cagano come animali e fumano dovunque, senza mai vedere il sole) o scontarle al canile municipale (e pulire dietro ai cani oltre che dar loro da mangiare, in pratica quello che gia’ faccio a casa). Ovviamente se devo aiutare qualcuno preferisco aiutare cani e gatti abbandonati e cosi’ accetto la seconda condizione.

E ora mi ritrovo a lavorare durante Pasqua all’aria aperta pulendo la merda di un centinaio di cani abbandonati o catturati e tentando di regalare un po’ di gioia sperando che qualcuno venga ad adottarli.

Certo, sono ancora incazzato (sono ore perse dal lavoro e devo alzarmi prima dell 8.30!), ma sinceramente tra tutto quello che mi e’ capitato, questa non mi sembra neppure una punizione. Fatemi scontare le 24 ore (tento di farne 4 ogni giorno) e vi faro’ sapere come e’ andata a finire…

La visita del pennuto durante la fine dell’estate

Finalmente le piogge pomeridiane (veri e propri acquazzoni elettrici) sono scomparse: sta finendo l’estate.
L’orto sta sputando fuori gli ultimi frutti stagionali (pomodori, quest’anno ne avro’ prodotti piu’ di un centinaio , e peperoni verdi, piantati tanto per fare) prima del makeover autunnale e l’erba non cresce piu’ a ritmi assurdi.

Il calcio continua a prendermi troppo tempo: fare l’allenatore / giocatore mi costringe ad andare a riunioni con il team tecnico, programmare gli allenamenti in anticipo (ah, i bei tempi passati della solita combinazione corsa – scatti – stretching – tiri in porta – partitella…ormai tutto e’ ultra complicato con questi dannati libretti FIFA) e tentare di rimanere in forma mentre spiego alla rosa di quasi 30 giocatori tutti gli esercizi. E sabato prossimo ho una terribile combinazione 21km alle 6 di mattina e amichevole alle 11…

Insomma, la routine lavoro – corsa – calcio – weekend a fare niente continua senza problemi.
Lavorare da casa ha i suoi difetti (l’assenza di contatto umano, che sinceramente lo trovo solamente deterrente a chi fa il mio lavoro, il telefono o internet bastano e avanzano, tanto poi compenso uscendo a fare sport) ma i vantaggi sono piacevoli: passeggiare coi cani al parco prima che apra  l’ufficio londinese, prendersi pause senza problemi, buttarsi in piscina (anche se la temperatura dell’acqua per la prima volta in 4 mesi e’ scesa sotto i 25 gradi) e lavorare in canotta e mutande. Senza calze, senza scarpe e senza rompiballe.

Ogni tanto poi viene a farmi visita qualche pennuto, di solito approfittando del riposo dei cani durante la gioranta.
Oggi, in particolare, si e’ appoggiato poco sopra l’area BBQ di casa mia un uccello che semplicemente non voleva smuoversi dalla sua posizione elevata, facendo impazzire tutti e 3 i cani che tentavano di “giocare” con lui.

Io ho preso il mio fidato iphone, caricato instagram, e scattato una delle mie foto preferite praticamente mettendo il cellulare a 10cm dal volatile:

Angry bird

E ditemi che non sembra incazzato! La fine dell’estate a quanto pare coinvolge tutti emotivamente…

Update: ho portato l’angry bird dal veterinario, aveva un’ala rotta e non poteva volare. 30 euro dopo ed eccolo ricoverato in una clinica per volatili…

Ottenere un visto: le dodici fatiche di Olaf

Ottenere un visto in Sudafrica e’ da sempre un’impresa quasi impossibile. La maggior parte degli immigrati (provenienti soprattutto dallo Zimbabwe o dalla Nigeria) se ne sbattono altamente di permessi di soggiorno, e quelli onesti, dopo aver tentato di affrontare il sistema burocratico per ottenere il rilascio del visto, si arrendono e rimangono qui col permesso scaduto.

Per il mio primo visto (fatto nel 2007) , fui costretto ad affidarmi ad una societa’ specializzata, visto la mia precaria situazione (ancora non sposato e senza lavoro in Sudafrica – lavoravo e lavoro per il mio ufficio londinese).
Sborsai credo intorno ai 500 euro e ottenni il visto dopo qualche settimana. Due anni piu’ tardi, per allungare il visto (di altri due anni), mi affidai alla stessa societa’ che per 300 euro mi procuro’ il timbro sul passaporto dopo un mese e mezzo di problemi.

Quest’anno, poco propenso a sborsare altri soldi (il visto per se non costa niente, i soldi in pratica vengono passati di mano per avere “contatti” e “trattamenti speciali” con l’ufficio che si occupa dei permessi di soggiorno, l’Home Affairs), avevo deciso di fare tutto da solo.

Dopo aver trovato tutti i documenti che credevo necessari, nel lontano Settembre del 2011, andai all’ufficio centrale di Johannesburg, un palazzone di 6 piani in una delle zone peggiori.

Getting a Visa in South Africa

La zona dell’ufficio Home Affairs in Johannesburg citta’

Getting a Visa in South Africa

I parcheggi davanti agli uffici

La confusione regnava totale, e c’era una fila per ottenere il numero fuori dal palazzo in modo da poi fare una successiva coda per ottenere il numero per avere accesso al piano designato.  Peccato la fila avanzasse al ritmo di 2 persone all’ora, e la maggior parte dei richiedenti intorno a me erano nigeriani incazzati oppure prestanome per agenzie che si occupavano dei visti. Sulle circa 40 persone fuori dal palazzo, le uniche bianche erano io e un povero tedesco con un bimbo nero in braccio (un prop, probabilmente cercava di indebolire i cuori delle persone davanti a lui). I due cinesi non li contavo neppure.

Getting a Visa in South Africa

La coda, dopo 2 ore…

Abbandonata l’ipotesi di entrare nell’inferno burocratico modello 12 fatiche di Asterix, presi la macchine e guidai 50 km a Nord verso Randfontein, dove speravo che la coda fosse minima. Avevo ragione: li’ coda non c’e’ n’era, ma l’ufficio quel giorno era chiuso…

Il giorno successivo eccomi ancora in macchina a guidare alle 6 di mattina verso Randfontein. Documenti pronti, tutto pronto e primo posto in fila. Peccato che poi la gentile signorina mi disse che no, non poteva aiutarmi perche’ il mio ufficio di competenza non era questo, non era quello di Johannesburg, ma era quello di Soweto, a 15km da casa mia…

Terzo giorno e terza successiva sveglia all’alba ed eccomi in coda nei nuovissimi uffici di Soweto. Biglietto preso all’entrata, monitor che indicavano l’ordine per gli sportelli, ed io pronto con i documenti.

Getting a Visa in South Africa

L’entrata dell’ufficio di Soweto

Getting a Visa in South Africa

Aspettando il mio turno…

Arriva il mio turno e sopresa! Il mio certificato penale italiano non e’ piu’ valido perche’ ormai vivo da troppo tempo qui in Sudafrica, devo farne uno sudafricano.

– Ma come? Ho chiesto a Randfontein e mi hanno detto che era tutto ok? Hanno sbagliato.

2 ore piu’ tardi eccomi al distretto di polizia di Honeydew. Prendono le impronte digitali, prendono i dati, pago 50 rand (5 euro) e il documento e’ pronto per essere spedito a Pretoria.

– Grazie mille, quando posso passare a ritirarlo? In 3 mesi.

Getting a Visa in South Africa

Honeydew Police Station!

Getting a Visa in South Africa

Eccomi schedato nel terzo paese nella mia vita…

Fantastico. Finisce il 2011 e inizia il 2012. Sono tornato con Lindsey da quasi un mese in Europa e ora mi tocca ricominciare. Il certificato e’ arrivato e mi presento a Soweto, in compagnia della moglie.

Getting a Visa in South Africa

Finalmente! Non sono un criminale!
Dopo 2 ore di coda (stavolta il sistema elettronico e’ spento, devo capire come funziona la coda in Africa ed e’ un casino), controllano i documenti e ok, tutto a posto.

– E adesso? Le manderemo un SMS quando sara’ pronto. Se in 2 settimane non ottiene niente, si faccia vedere di nuovo.

Passano 2 settimane e mezzo. Niente. Torno a Soweto, da solo. Il sistema elettronico e’ ancora rotto, io ancora non ho capito come funziona la fila (zig-zag? eta’? Sesso?) e dopo 3 ore di fila passate a leggere sul Kindle e’ il mio turno.

Salve, e’ arrivato il mio visto? Non ha ricevuto l’SMS? Nope. Controllo…hanno mandato per sbaglio l’SMS sul suo numero di casa.

Ok, va bene, ma puo’ controllare se e’ andato tutto a buon fine o no? No, mi dispiace. Il suo SMS ha un codice per sbloccare l’outcome. Ora dobbiamo fare tutto a mano. Passi tra un mese.

Saluto, m’incazzo e torno a casa. Finisce Gennaio, arriva Febbraio. Aspetto fino alla fine del mese e mi presento, ancora di prima mattina, a Soweto. Faccio la file (il computer a quanto pare e’ rotto) e tocca a me.

– Salve, sono il povero italiano e unica faccia bianca che vedra’ tutta la giornata. Sono sposato, abito qui da 5 anni, ho una casa a mio nome , tre cani e gioco / alleno una squadra da calcio nella mia zona…

Il suo visto e’ pronto. 

– … non posso lavorare in Sudafrica perche’ non mi date un visto di lavoro, e pago le tasse a Londra perche’ senza visto non posso fare fatture qui…

Il suo visto e’ pronto. 

– …sono in ballo da 6 mesi, lo so che non ho pagato un cazzo per accelerare  la mia pratica, ma sarebbe bello ottenere almeno una risposta.. scusi?

Eccolo qui.

Getting a Visa in South Africa

L’ufficio di Soweto, tutto bello nuovo…

Apro il passaporto (che per un momento pensavo di aver lasciato a casa…), e ottengo finalmente questa cosa qui:

Getting a Visa in South Africa

Yeah! Il visto!

E almeno fino al 2014 torno ad essere legale! (anche se l’anno prossimo, finalmente, potro’ iniziare le pratiche per la residenza permanente…)

Regali economici di San Valentino

Da tempo Lindsey e io per San Valentino abbiamo una semplice regola: invece di spendere un sacco per regali in un periodo in cui il prezzo di tutto sale (fiori, cioccolato etc…), ci “costruiamo” i regali da soli.

Quest’anno, dopo aver cercato invano di riordinare l’armadio con le eredita’ tecnologiche del passato (dozzine di cavi, cavetti, aggeggi non piu’ utilizzati, HD morti etc…) , ho deciso, grazie ad un articolo trovato online (qui: http://www.instructables.com/id/Junk-box-flowers/) di creare un fiore utilizzando solamente materiale riciclato.

I suggerimenti delle pagina ufficiale consigliavano floppy disk e vecchi lettori di cdrom (oppure di floppy), ma chi ce li ha nel 2012?
Ho cercato in giro senza trovarne nessuno e cosi’ mi sono dovuto arrangiare andando a sbirciare tra i vari pezzi elettronici cambiati durante gli anni in giro per la casa (interuttori, luci etc…), fino a quando sono riuscito ad avere abbastanza materiale per tentare la creazione.

Si sa, non sono un tipo predisposto a lavori di precisione: preferisco fare le cose in fretta, in modo che funzionino decentemente, e poi spostarmi al prossimo progetto / idea.
Cosi’ un lavoro che sarebbe dovuto durare solo un pomeriggio mi ha occupato l’intero weekend e la notte prima del 14.

Il risultato finale non e’ stato poi osceno:

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

Qui sotto, qualche foto del duro weekend lavorativo:

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk

San Valentine's Gift: A mechanical flower made from IT junk
`