Neve in Africa

Pensavo di averle viste tutte, qui a Johannesburg.
Giornate con temperature altissime, e pomeriggi sotto acquazzoni mostruosi.

Ogni tanto arrivavano, soprattutto in estate, grandinate di questo tipo:

Hail storm in Johannesburg

Hail storm in Johannesburg

Se vieni colpito muori…

Quello che non mi aspettavo era le neve.

Questa mattina le nuvole erano simili a quelle che abbiamo in Italia durante Dicembre / Gennaio, ma sinceramente troppe volte avevo visto nuvole di quel tipo per poi vederle scomparire presto.

Stavolta erano rimaste li’ in alto, immobili, pronte a sorprendermi.
Convinto dell’ennesimo falso allarme (l’ultima volta che Johannesburg vide la neve fu nel 2002 o 2003, prima di allora negli anni 80), ho preso i cani e sono andato a farmi una passeggiata durante una pausa di lavoro.

Snow in Johannesburg

Tutto tranquillo, con qualche nuvolone…

Snow in Johannesburg

I cani sniffano qualcosa nell’aria e decidono di correre verso la macchina

Dopo 10 minuti al parco Bruce, Cucciola e Benji sono diventati irrequieti, e stranamente avevano deciso di dirigersi verso la macchina. 2 minuti piu’ tardi, e’ arrivata una bufera di neve. La durata era ridicola, forse 5 minuti, e la neve non faceva in tempo ad accumularsi, sciogliendosi per terra al minimo contatto.

Le persone nel parco con me (a quell’ora soprattutto neri in cerca di un posto in cui riposare) sono scappate terrorizzate, cercando riparo sotto alberi e fermate dell’autobus, mentre io mi guardavo intorno e scattavo qualche foto:

Snow in Johannesburg

Parco deserto, e neve che scende!

E pensare che mi sono trasferito in Sudafrica per vivere sotto il sole…

Umidita’ bastarda

Ho comprato casa mia con Lindsey nel Gennaio del 2008.

La casa era una delle piu’ vecchie della zona (25 anni circa), e, ovviamente, aveva problemi.

Negli anni passati abbiamo rimesso a posto soprattutto gli interni e il giardino, senza preoccuparci troppo dei muri. Purtroppo  alla fine i problemi sono venuti fuori nella forma del nemico numero uno di mura fatte in cemento (ok, numero due dopo il terremoto): l’umidita’.

Nel giro di pochi mesi sono spuntate fuori crepe (o si sono allargate) e i muri iniziavano ad essere un po’ troppo sospetti. Probabilmente 3 mesi di acquazzioni improvvisi nel periodo estivo hanno accelerato un processo che comunque era in atto da tempo.

E cosi’ l’ultima settimana e’ stata passata chiusa in casa con i cani mentre fuori una ditta specializzata si preoccupava di mettere a posto tutte le mura e di cambiare, dopo anni, il colore della casa.

Nel 2008, quando avevo comprato la casa, il colore era questo:

Damproofing and paint job

Notare le prime crepe sul muro curvo di fianco all’ingresso

Ho passato qualche giorno con la casa cosi’:

Damproofing and paint job

Damproofing and paint job

Damproofing and paint job

Finalmente ieri ho potuto lasciare i cani in giardino (Cucciola ama spaventare le persone di pelle nera…) con la casa rimessa a posto:

Damproofing and paint job

Damproofing and paint job

Damproofing and paint job

Sinceramente mi manchera’ un po’ il giallo sui muri…

Il treno magico

Qualche mese fa ho spostato la mia residenza da Canegrate (MI) a Weltevreden Park (Sud Africa). Non l’avevo mai cambiata durante i 6 anni passati a Londra, ma ormai mi aspetto di vivere nell’emisfero australe per un lungo periodo (sono quasi 5 anni adesso).

E’ stata quindi una sorpresa trovarmi nella mia bella mailbox una “cartolina” con provenienza Comune di Canegrate (provincia di Milano) per ricordarmi il mio dovere di votante durante le prossime amministrative del 6 e 7 Maggio.
Inviare la cartolina e’ costato 1 euro e 60, ha lasciato Canegrate il 6 Aprile ed e’ arrivata in Sud Africa, a 10.000km di distanza, quasi un mese dopo.

Ma le sorprese non finiscono qui. Non solo il comune mi ricorda i miei doveri di votante, ma addirittura mi dice che posso scambiare quel foglio di carta per un viaggio in treno A/R (ridotto, ovviamente) per tornare in municipio e votare:

Biglietto omaggio italia-sudafrica?

Ora mi basta solo trovare il magico treno F.S. che collega Johannesburg a Milano…

Dare speranza come poo-boy.

Come avevo accenato qualche tempo fa, per ottenere la mia liberta’ incondizionata (e riavere i 50 euro con cui sono uscito su cauzione), dovevo semplicemente completare 24 ore di lavori socialmente utili al canile municipale.

Community service: The SPCA experience

L’entrata del canile (di fianco ad un poligono di tiro…)

Chiamare l’SPCA “canile” e’ indubbiamente limitativo. SPCA sta per Society for the Prevention of Cruelty to Animals  (societa’ per la prevenzione della crudelta’ verso gli animali), e si occupa di tutti quei quadrupedi o volatili che hanno subito maltrattamenti oppure sono stati abbandonati. Ad esempio l’SPCA di Maraisburg (quello a cui sono stato assegnato) ha uccelli di tutti i tipi (soprattutto tropicali, alcune razze non sono autorizzate a finire a privati), gatti, cavalli, pecore, galline e, naturalmente, cani.

Il primo giorno mi hanno chiesto cosa potessi fare per aiutarli, visto che tutto e’ fatto su base volontaria. Io ho ammesso che a casa tiro su la cacca dei miei tre cani, e sono stato assegnato esattamente a fare questo: pulire le gabbie dei cani e preparare la sbobba, the poo-boy.

Tra tutti i possibili lavori che potevo ottenere (un altro “collega” con 18 ore da completare ha passato le sue giornate ad irrigare i giardini e tagliare l’erba), questo era indubbiamente il migliore.
Fin dall’inizio, invece di completare le 24 ore facendo turni completi da 8 ore alla volta, avevo deciso di iniziare di mattina e completare 4 ore ogni giorno, in modo da essere in grado di tornare a casa e in qualche modo continuare a lavorare con l’ufficio londinese.

Community service: The SPCA experience

Pronto a spalare merda

Cosi’, per una settimana intera (incluso il weekend pasquale) ho fatto turni che normalmente iniziavano intorno alle 8 per finire alle 12. L’unica compagnia che avevo era quella dei cani nelle loro celle personali.
Entravo, salutavo il povero animale, e con la canna dell’acqua pulivo la gabbia da chili di cacca. Poi regolarmente mi fermavo un po’ a parlare e giocare con tutti i cagnoloni e poi salutare, per poi passare alla gabbia successiva (ce ne sono una ottantina) e ricominciare. Tutto all’aria aperta.

Presto mi sono fatto dei favoriti. Cani che mi sembravano tristi oppure spaventati, forse consci del pessimo futuro che li attendeva. Mentre la maggior parte dei cuccioli sarebbero andati in adozione,  prima o poi (le famiglia vanno li’ e i bambini regolarmente visitano solo il blocco C, quello delle cucciolate indesiderate), i cani adulti, alcuni davvero giganteschi (mastini da 60kg), non avrebbero avuto le stesse chance.

Community service: The SPCA experience

Community service: The SPCA experience

Community service: The SPCA experience

 The dog whisperer!

E cosi’ , dopo il mio iniziale turno di 2 ore di pulizie, ho iniziato a frequentare le gabbie di questi cagnoloni, tutti tristissimi ma pronti a rallegrarsi solo per una parola, una carezza, per 5 minuti di gioia giocando con me. Di solito, prima di essere ammazzati (tramite inizione indolore), i cani passano 60 giorni nelle strutture. Poi, a meno di adozioni, vengono abbattuti.

Non do’ la colpa all’SPCA (che ha pochissimi aiuti dal governo e si arrangia come puo’) visto che per quei 60 giorni almeno i cani hanno un posto per dormire, cibo 2 volte al giorno, e vengono curati se sono ammalati.
I cani randagi ci sono dovunque, e non possono essere lasciati in giro, soprattutto da queste parti. Leggendo le descrizioni dei cani sulle cartelle esposte fuori dalle celle, non sono mai riuscito invece a perdonare tutti quei ex-padroni di cani che hanno invece “donato” il cane all’SPCA per chissa’ quale stupido motivo.
Forse il cane era cresciuto troppo per la famiglia, forse avevano deciso di trasferirsi e lasciare il cane dietro. Ma non potevo che rattristarmi pensando a quei cagnoloni che, dopo aver passato due, tre, quattro anni amati in una famiglia, di colpo sono stati lasciati li’, a morire, a meno di adozioni miracolose.

Nella mia settimana da volontario, ho passato soltanto due brutti momenti, e nessuno dei due aveva niente a che fare col comportatmento dei cani, che mi amavano senza problemi.
Il primo e’ stato di venerdi’ pomeriggio. L’unica volta che sono rimasto dopo pranzo. Verso le 2, una volta alla settimana, l’SPCA viene chiuso per 2-3 ore e fanno i “round”. Controllano i cani che sono malati o li’ da troppo tempo, entrano nella cella, iniettano chissa’ cosa, ed escono fuori con il cane morto in un sacco nero.

Pensate alla mia situazione: 10 minuti prima ero nella gabbia a giocare con un cane lupo, e rassicurarlo sul futuro (si’ , parlo coi cani, abitudini casalinghe) e poi, mentre pulivo la gabbia successiva, ecco il team della morte (scurissimo in faccia, non che a loro piaccia in maniera particolare quello che stanno per fare, nonostante l’esperienza) arrivare e uscire con il povero cagnolone, ormai morto in un sacco nero. Credo di essere rimasto sotto shock, triste e un po’ scoraggiato, per mezz’ora.

Community service: The SPCA experience

Si, quel sacco contiene un cane lupo…

L’altro momento invece e’ avvenuto l’ultimo giorno, di Sabato. Invece di fare la mia solita routine (saluta il cane, pulisci la cacca, riempi la ciotola d’acqua, dai del cibo e torna piu’ tardi) sono stato dirottato dalle parte dei cavalli, con i veri volontari del Sabato, per smuovere quintali di macerie necessari per creare spazio per una ventina di cavalli in arrivo. Cosi’ invece di 4 ore rilassanti, ne ho passate 4 smuovendo rocce e macerie, senza guanti o scarpe decenti, visto che ero li’ in assetto anti cacca, non spala macerie.

Community service: The SPCA experience
Tutto quello che vedere in primo piano e’ stato spostato da me…

Finite le 24 ore (in verita’ ne ho fatte circa 27), ho ricevuto la mie lettera e le congratulazioni del manager, visto che non ha mai visto nessun volontario spalare cacca e giocare con i cani come avevo fatto nella settimana precedente. Sara’ anche stata una punizione ma non ho avuto problemi nel completarla. 

Community service: The SPCA experience

24 ore completate!

Quattro giorni piu’ tardi ero in tribunale per la mia udienza finale, durata la bellezza di 3 minuti. Riconquistata la liberta’, invece di tornare a casa sono andato a visitare i cani, per la prima volta da esterno.
Potete immaginare la mia sorpresa quando le gabbie dei due cagnoloni che in poche settimane sarebbero stati uccisi erano vuote: erano entrambi stati adottati… (evviva!)

Trentacinque e sei pizze

Domani mi presentero’ in tribunale sperando di riottenere la liberta’ incondizionata e i 50 euro per la cauzione.

Ho passato le mie ultime ore al canile municipale (che si occupa anche di altri animali) a spostare macerie con altri “volontari” per liberare un’area per una ventina di cavalli che arriveranno in settimana. Dopo 4 ore di lavori forzati, le uniche ore in cui non ho potuto giocare con i cani, mi sono presentato al campo da calcio per giocare la prima di campionato. Abbiamo perso 2-1, ho segnato su rigore, e sono tornato a casa incazzato.

Per fortuna lunedi’ era il mio compleanno. A differenza degli anni londinesi, in cui semplicemente mi recavo al pub con Rob a bere Guinness e Jack + Coke, con Lindsey le cose sono diverse.
Lei adora organizzare le feste a casa mia e tutto quello che dovevo fare era scegliere cosa avrei fatto da mangiare. Con una decina di persone di arrivo, ho deciso di spendere i miei soldi comprando gli ingredienti per fare pizze per tutti. Stavolta, a differenza di qualche mese fa, ho deciso di comprare un mattarello in moda da stendere l’impasto in maniera decente e non distruggerlo con le mie manine.

La spesa e’ stata fatto nel pomeriggio dal solito Fruit & Veg qui vicino (dove trovo tutte le prelibatezze italiano, dai formaggi ai salumi, che voglio) e la sera e’ stata spesa a preparare e infornare, dando da mangiare a tutti gli ospiti piu’ 5 cani.

Olaf 35th Birtdhay

Olaf 35th Birtdhay

Olaf 35th Birtdhay

Olaf 35th Birtdhay

Il risultato finale non e’ stato niente male (in totale sono state fatte 6 pizze)

Olaf 35th Birtdhay

Olaf 35th Birtdhay

Anche se l’highlight della serata e’ stata sentire cantare “Tanti auguri a te” (in italiano) da Lindsey, famigliari e amici dopo che Lindsey aveva insegnato a loro la canzone durante il pomeriggio per via telefonica!

Olaf 35th Birtdhay

Olaf 35th Birtdhay