Quando, come l’anno scorso, casa mia di colpo diventa un’officina ciclistica, vuol dire solo una cosa: domani e’ tempo di 94.7!
Category / Sport in Sudafrica
Irene 2010
Correre 42km domenica non mi e’ bastato. Tempo 6 giorni (di cui 5 a riposo, il corpo umano non e’ fatto per soffrire cosi’ tanto…) ed eccomi di nuovo a correre l’ennesima 10km di questa lunghissima stagione giusto per controllare il livello di fitness prima della 94.7km di bici che affrontero# per la seconda volta domenica 27 novembre.
Correre ad Irene (a poca distanza da dove la nazionale italiana aveva il ritiro nella scorsa coppa del mondo) e’ ormai una tradizione per la famiglia di Lindsey. Credo che sia l’unica occasione in cui tutti corrono una delle distanze disponibili, la 5km o la 10km.
Io, Jill e suo padre come al solito abbiamo affrontato la 10km, mentre Lindsey, Kirsten (che tra l’altro ora, insieme ad Andy, suo marito, e i loro 2 cani vivono tutti da me visto che si sono trasferiti da Cape Town e non hanno trovato ancora lavoro…), e Jennifer, (la mamma) si sono accontentate della 5km in mezzo alla fattoria dove le mucche sono regine (vedere foto sotto)
Il tempo finale su un percorso tutto sommato facile (una sola lunga salita intorno al km 6) e’ stato un 49.32 poco distante dal mio record su quel percorso del lontano 2007. Ho corso a buon ritmo i primi 7km, poi la fatica accumulata dalla maratona si e’ fatta sentire e, guardando il grafico sul solito sito (http://runkeeper.com/user/olafek/activity/19914598) ho visibilmente rallentato.
A differenza di altre gare organizzate nel Nord Gauteng, le stazioni di rifornimento hanno sempre acqua e succhi di frutta, molto meglio della terribile coca cola che ti viene servita in tutte le altre gare.
E ora? Settimana prossima e’ tempo della 94.7. E poi finalmente un po’ di riposo prima di un altro caldissimo Natale…
Un weekend di sport: Domenica, l’inferno di Soweto
Ho corso e completato una decina di maratone fino ad adesso. Da Venezia a Parigi, da Amsterdam a Los Angeles e altri posti. Questa doveva essere la mia undicesima maratona, la prima dopo 3 anni (praticamente da quando mi sono trasferito in Sudafrica).
Per gli eventi sportivi di qualsiasi livello (confederation cup, coppa del mondo, 94.7 di bici ma anche le numerose gare amatoriali durante i weekend) il Sudafrica mi aveva sempre impressionato per la capacita’ di organizzare il tutto senza problemi.
Ero quindi convinto di correre finalmente una maratona vicino a casa (Soweto e’ a 15 km da qui), affrontare il duro percorso pieno di saliscendi, che a quanto pare avrebbe toccato zone “storiche” di quella zona, e tornare a casa per godermi un po’ di riposo.
Cosi’, di domenica mattina, eccomi in piedi alle 4.30, vestirmi e guidare verso Soweto per la prima volta dal 2005 ad oggi e parcheggiare vicino alla partenza, a circa 1km di distanza dallo stadio della finale mondiale. Con quasi 350 chilometri di allenamento negli ultimi 2 mesi, ero sicuro che avrei faticato ma sarei riuscito a chiudere intorno alle 3 ore e 45 minuti.
Battere il mio record personale (3.18 nel lontano 2003 e 10 chili fa) su un tracciato cosi’ faticoso sarebbe stato impossibile, ma alla fine mi sarei accontentato di qualsiasi risultato sotto le 4 ore.
Gia’ dalla partenza mi ero accorto che qualcosa mancava: l’organizzazione. Nessuno sapeva dove partire e alla fine la maggior parte delle persone semplicemente seguiva, come un gregge, qualsiasi altro gruppo che sembrava sapere qualcosa di piu’. Dopo 20 minuti di panico tutti i 5000 corridori circa erano stati incanalati tra due transenne. Non c’era nessuno striscione o bandiera che indicava la partenza, tanto che a forza di spingere il gruppone si e’ ritrovato circa 200 metri in avanti rispetto a quella che doveva essere considerato il punto d’inizio.
Da quel momento in poi:
- Il clima e’ impazzito, con forti venti che ti rallentavano in salita e ti spaccavano la faccia in discesa
- Dopo circa 20km ho iniziato la mia guerra personale con quei bastardi alla guida dei taxi di Soweto, che continuavano ad invadere la corsia dedicata ai corridori per riuscire a battere il divieto di traffico. Non credo in vita mia di avere mandato a fare in culo cosi’ tanta gente (neri, ma a Soweto non trovi altro) tentando di non offenderli solo per il colore della pelle (mi sarebbe bastato prouncciare la K-word per far partire assalti nella mia direzione…) ma cercando di usare madri, figlie e sorelle come neanche il caro Materazzi
- L’acqua e’ sparita dai vari rifornimenti (ogni 2-3km circa), portata via da bambini che si intascavano i sacchettini con il prezioso liquido. In cambio, seguendo questa moda africana che trovo a tutte le gare, avrei potuto bere coca cola a volonta’. Chi cazzo beve bevande gassate mentre corre una 42km?
- La frutta e’ sparita dai banconi, per riapparire solo a 2km dall’arrivo. A quanto pare gli organizzatori (fantasmi) hanno permesso ai partecipanti della 5 e 10km di avere accesso ai camion dei rifornimenti proprio quando questi dovevano essere gia’ in strada a riempire i banconi di banane, arance e frutta secca…
- Non c’erano controlli di nessuno tipo. Ormai da anni le maratone vengono fatte correre con un chip sulla scarpa per controllare tempi e in generale per evitare veloci switch (tanto nessuno controlla) durante il percorso. Qui invece mi hanno dato il numero, come in una qualsiasi 10km, e fino all’arrivo non ho visto nessun controllore…
- Ho gia’ detto delle lotte contro il traffico? Di come io e chissa’ quante altre persone hanno dovuto smettere di ascoltare musica per concentrarsi sul rumore di macchine in pericolos avvicinamento
- Il mio GPS, sull’iphone, e’ morto dopo 22km. Purtroppo mi sono scordato di disattivare il WI-FI e il povero telefono mi e’ morto mentre correvo
- All’arrivo invece di consegnarci magliette commemorative e il solito pacco regalo, ci hanno solo infilato l’ennesimo pacco e fatto camminare dall’altra parte del complesso sportivo per metterci in coda con altre centinaia di persone per ritirare una maglietta in taglia XXL e dirci che i pacchi regalo (con barre energetiche, acqua e altre cose che avrei divorato subito) erano esauriti
In qualche maniera, bestemmiando e insultando gli stronzi al volante (e tutti i cittadini di soweto che probabilmente per una caramella hanno spostato i coni stringendo la corsia dei corridori in maniera ridicola), sono riuscito ad arrivare in 3 ore, 58 minuti e 17 secondi.
Non sono riuscito a trovare la macchina per un’altra ora (mi ero scordato dove l’avevo parcheggiata) ma una volta arrivato a casa, quando Lindsey mi ha chiesto come e’ andata, l’unica cosa che sono riuscito a dire e’ stata: “vaffanculo Soweto” (ed e’ un peccato, perche passare per Vilakazi Street, l’unica via al mondo dove sono nati due premi Nobel, e incontrare bambini e vecchi seriamente interessati alla corsa sono stati gli unici momenti decenti dell’intero percorso).
Verso Soweto
Ormai manca meno di una settimana alla mia prima maratona in quasi 3 anni e mezzo, praticamente da quando mi sono trasferito qui sotto nel terzo mondo.
Ho passato l’ultimo weekend nel solito modo: corsa di sabato (Hunter’s challenge in quel di Pretoria) e, tanto per sgranchirsi le gambe, 30km collinari nello stesso identico posto di settimana scorsa, il Cradle of Humankind.
A differenza di 7 giorno fa, invece di correre la solita 10km ho deciso di provare a vedere che sensazioni avevano le mie gambe sulla distanza doppia, e ho partecipato alle 21km, terminata senza faticare troppo in 1 ore e 42 minuti circa.
Il percorso era piatto e aveva solo due salite. Avrei preferito qualcosa di piu’ difficile visto che la maratona di Soweto e’ famosa per i saliscendi e il vento…
I dettagli della corsa sono come al solito sul solito sito: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/19185533
Domenica mattina invece svegliarsi di nuovo prima del sorgere del sole e’ stata una fatica immane.
Da settimane ormai mi alleno di mattina o di pomeriggio, e non ho mai tempo per dormire decentemente. Stavolta la fatica della 21km si e’ fatta sentire e il tempo segnalato sul giro intorno al parco e’ stato decisamente peggiore.
Dopo le scimmie di settimana scorsa stavolta e’ toccato ai leoni:
Lascia, raddoppia o arrenditi.
Tra poco iniziera’ il mese di Novembre. Con la stagione calcistica conclusa, e con Natale alle porte (almeno da quello che si vede in giro nei centri commerciali, anche se non mi abituero’ mai a vedere un Babbo Natale versione classica Polo Nord in nazioni come il Sudafrica dove a Natale ci sono 35 gradi…), per evitare il solito calo di forma, ho deciso di darmi da fare come non facevo dai bei tempi londinesi.
Sabato ho iniziato con una 10km (qualche foto qui sotto), nella solita zona di Pretoria, dove ogni Sabato ci sono 10/21km a disposizione di chi voglia alzarsi presto.
Con la partenza programmata alle 5.45 (si, leggete bene), ho lasciato casa per raccogliere Jill, sorella di Lindsey e suo padre, fanatico di corsa, intorno alle 5.
Nonostante l’ampio margine siamo rimasti incastrati nello strano centro commerciale (dedicato alle vacche) dove era prevista la partenza per colpa di un asta d’ingresso del parcheggio bloccata.
Alla fine siamo riusciti a prendere il numero e iniziare la nostra 10km circa 20 minuti piu’ tardi.
Devo dire che l’esperienza non e’ stata male. Per tutti i 10.000 metri ho superato la schiera di marciatori – categoria che parte sempre dopo -, obesi, vecchi e corridori occasionali e sono riuscito a concludere sotto i 47 minuti (46.36 per la precisione, tempo che credo sia il migliore da quando sono arrivato in Sudafrica). Il tempo ufficiale sara’ intorno all’ora e 17….
Una strana statua in uno strano centro commerciale
Comunque i dettagli della gara sono qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/18824961 (con mappa, grazie a Runkeeper su iphone, e altrimetria, anche se il percorso era abbastanza piatto).
Il giorno dopo invece ho preso la bici, caricata in macchina e mi sono ritrovato con Curtis (ragazzo di Jill) ad allenarmi al Cradle of Humankind, la culla della razza umana, dove sono stati trovati fossili dei nostri antenati africani.
Quella zona e’ probabilmente la mia preferita per allenarmi. Odio allenarmi in bici in mezzo al traffico (tanto vale correre e poi presentarsi alle gare), ma, di domenica mattina, tutto quello che trovi sui 30km collinari (africani) del Cradle of Humankind sono altri ciclisti che si affannano lungo il percorso.
Mentre aspetto Curtis, morto sull’ultima salita
E’ fantastico tirare in discesa (dove tocchi i 60km/h), arrancare in salita, circondati soltanto da montagne, campi e scimmie. Si, scimmie. La prima parte del percorso presenta un numero curioso di scimmie (credo siano scimmie della foresta o come cavolo si chiamano, abbastanza piccoline) che attraversano la strada per andare in giro per il parco. Le vedi da chilometri e, se sei fortunato, puoi avvicinarti abbastanza per farci una foto:
O girare un video (le scimmie sono quei punti scuri che si muovono, prometto).
Ovviamente, ecco i dettagli del percorso (notare la pazza altimetria): http://runkeeper.com/user/olafek/activity/18876847
Dopo una 30ina di chilometri siamo tornati a casa per una domenica di riposo, anche se gia’ da domani dovro’ iniziare la preparazione per le prossime settimane.
Dopo la 10km di sabato, tra 6 giorni tocchera’ alla mia prima 21km (distanza che non apprezzo piu’ di tanto) da 10 anni a questa parte (l’ultima fu un Stramilano credo del 2000, o del 2001).
Poi, tempo due settimane, sara’ la volta della mia undicesima maratona (e prima che faccio dal 2007 ad oggi) a Soweto. 10-21-42km. Potrei spingermi anche oltre, dite?
E infatti, il 27 Novembre (con qualche altra gara in mezzo immagino), sara’ la volta della 94.7km ciclistica di Johannesburg, corsa la scorso anno e completata sotto le 5 ore.
No pain, no gain. Sono uno schiavo della fatica.