Tra 1990 e 2008

Sono tornato in Sudafrica, e mi suda gia’ il culo seduto davanti al computer.

Appena arrivato sono stato aggregato ad una comitiva famigliare in direzione Free State e mangiare, nuotare e pescare in riva al fiume. Ero troppo stanco, avevo pensieri da assimilare (dopotutto solo 24 ore prima avevo una spogliarellista a intrattenere me, la mia panza e i miei amici) e ho passato la giornata all’ombra, a dormire.

Sicuramente nei prossimi giorni, appena ritrovato il dannato cavo della macchina fotografica, riguardero’ le foto e pensero’ a quello che e’ successo, scrivendo ovviamente anche qualcosa qui.

Ora come ora, mi sto solo sciogliendo e quasi ripenso con nostalgia ai 3 gradi Alto Milanesi e i 5 londinesi.

Natale qui in italia

Natale e’ tornare a casa e lamentarsi del freddo in Italia, per poi avere una scusa per passare la sera (notte…) al Texas a bere e mangiare.

Natale e’ Bart che vuole che lo porti a spasso quando io sono ancora nel letto.

Natale e’ rivedere le solite vecchie facce, risentire le solite vecchie voci, raccontare le solite vecchie (e imbarazzanti) storie del nostro passato. E’ rimpiangere i lego, l’olivetti prodest, i transformers, i mask e l’oratorio.

Natale e’ sapere che per una settimana sono ancora canegratese e frequento ancora gli stessi posti e la stessa gente.

Natale e’ sentirsi a casa. Ubriaco. Infreddolito. Nostalgico. Trentenne. E sul punto di sposarmi.

Cazzo, Natale.

Londra

Fa freddo, non c’e’ il sole e il traffico e’ caotico come non mai.

Casa mia e’ completamente diversa, Anna l’ha trasformata in un London pad di quelli che si vedono nei giornali oppure nei programmi di home makeover. E’ in Russia adesso, tornera’ domenica, e ho la casa tutta per me.

Rob non c’e’, e’ a Bristol da Aprile, ma abbiamo parlato al telefono per un buon 20 minuti, descrivendogli per filo e per segno i (pochi) cambiamenti e i (tanti) ricordi legati al percorso casa di Olaf – Fulham Broadway, conosciuto da molti di voi che sono venuti a trovarmi negli anni passati.

Non ho la bici, prendo il treno per andare a lavorare, e non ho tempo libero per fare il turista (e vedere cosa?).

Eppure, nonostante tutto,  mi sento di nuovo a casa, e mi domando quanto ci mettero’ prima di chiamare casa il Sudafrica.