Cambiamenti di vita via evoluzione del soggiorno

E’ sempre strano quando succede qualcosa che cambia improvvisamente le abitudini quotidiane. Dopo aver vissuto sotto il mio tetto, Andy e Kirsten hanno finalmente deciso di traslocare con i loro due cani in un’altra casa (dalle dimensioni simili alla mia).

Da maggio (lui) e luglio (lei) hanno finalmente iniziato a lavorare, dopo i primi 6 mesi qui senza molta fortuna. Ora che Kirsten e’ incinta, e il padre di Andy non riesce a vivere da solo, hanno preso pacchi e bagagli e si sono trasferiti tutti insieme dalle parti di Roosevelt Park, una zona vicino all’Emmerentia Dam, un parco bellissimo, con 4 cani (Lucky e Dub, che vivevano con noi e i due cani del padre di Andy).

Se all’inizio la convivenza era stata un po’ complicata (in pratica non potevo usare piu’ il cesso principale durante il giorno o lavorare in mutande), negli ultimi 7-8 mesi era diventato davvero piacevole avere compagnia per la casa, sopratttutto di sera, quando Lindsey andava a dormire presto e io potevo rimanere in piedi fino a tarda notte a parlare di film e cazzate con Andy o Kirsten.

Ritrovarsi tutte le sere in cucina e prepapare da mangiare per 4 persone (+ i cani), o semplicemente rilassarmi sul mio gigantesco divano bevendo whisky, vino o appletizer, erano diventati abitudini quotidiane che per un po’ rimpiangero’ di non avere piu’.

Ora la casa sembra vuota, e sia io e Lindsey dovremo ri-abituarci in fretta. Lei non ha piu’ sua sorella con cui parlare, e io non ho piu’ nessuno con cui cazzeggiare di sera. Tutto tornera’ alla normalita’ presto immagino.

Cosi’, riguardando le foto degli ultimi mesi, ho notato come ogni cambiamento e’ stato seguito/preceduto da un update al soggiorno.

Negli ultimi 3 anni (da quando ci siamo trasferiti qui), il soggiorno e’ cambiato radicalmente 4 volte:

1) Soggiorno prima del mio matrimonio, quando vivevo qui da solo. Notare l’essenziale: un divano letto, un televisore, la raccolta di DVD in bella mostra, e il cesto della biancheria.

Evolution of a living room

2) Dopo esserci sposati. Nuovo divano, nuove tende, un tappeto ed elementi decorativi sulla mia raccolta di DVD tanto odiata da Lindsey (che, come molte donne, non capiscono l’importanza dei DVD, qualsiasi altro uomo capisce al volo cosa piace al compare in base alla lista dei film li’ presenti…)

Evolution of a living room

3) Dopo aver vinto un concorso televisivo. Casa modello hobbit. Divano girato, nuovo tappeto, via le tende, nuova lampada e tavolini e piastrelle dipinte color cioccolato. Il televisore ora e’ contro il muro davanti (potete trovare le foto di tutto il cambiamento ancora qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157607070458883/)

Evolution of a living room

4) La versione del soggiorno di Andy e Kirsten. Avevo portato via Lindsey per il suo compleanno lo scorso Agosto, e mentre eravamo io i due co-inquilini avevano deciso di mettere a posto il soggiorno dopo che ci eravamo un po’ annoiati con il look precedente. Tornati dal weekend via, sorpresa: via i pali di legno (e ri-stuccato il soffitto), divano girato ancora una volta, e un quadro di Andy come regalo per Lindsey. La migliore configurazione degli ultimi 3 anni!

Evolution of a living room

Gia’ su facebook ho augurato ad entrambi buona fortuna. Lo faccio ancora, anche se forse dovranno usare il traduttore di google per leggere l’articolo in inglese. Andy, Kirsten (e i vostri cani + futuro figlio/a), buona fortuna, e grazie per il pesce (questa purtroppo la capiranno in pochi)

Un duathlon di dolore

Settimana scorsa avevo completato la mia terza 94.7 in una giornata tutto sommato ottima per una lunga pedalata. Pensavo che 7 giorni di riposo sarebbero bastati per partecipare e completare il duathlon di Joahnnesburg: 94km di bici e 32km di corsa.

Peccato che la corsa si sarebbe svolta sotto un sole cocente, su un percorso decisamente difficile, e con le mie gambe mezze distrutte. Forse il nome della stessa (“Tough one”) avrebbe dovuto preoccuparmi.

Ma si sa, mi piacciono le sfide, soprattutto se fisiche. E cosi’ mi sono presentato di domenica mattina a Randburg per la partenza della gara. Sono arrivato in ritardo come al solito (trovare un parcheggio e’ difficile…) e sono partito circa 10 minuti dopo il gruppone.
Per i primi 20km le mie gambe hanno retto senza problemi, anche se la lunghissima discesa intorno al 15esimo chilometro mi aveva provocato qualche problema alle cosce, ancora stanche dopo la settimana precedente.

Dopo, sono arrivate le salite. Lunghe, lunghissime. E dure, durissime. Il percorso quest’anno era stato cambiato per rendere la corsa ancora piu’ difficile, e gli organizzatori hanno sicuramente raggiunto l’obiettivo: intorno a me troppe persone avevano iniziato a camminare a piu’ di 10km dalla fine, ed altre avevano deciso di ritirarsi.
Le salite erano di tutti i tipi: lunghe e maledette, o corte e subdole (del tipo sali, svolti a sinistra e ti riposi per 50 metri e poi svolti a destra e torni a salire con una pendenza maggiore).

Io sono andato avanti. Con i polpacci che volevano scoppiare. Le cosce che erano diventate di metallo. I piedi che urlavano di dolore (per colpa di un paio di scarpe ormai distrutte con le quali volevo finire la stagione). Durante i momenti peggiori pensavo solo a mettere un piede davanti all’altro, e ascoltare musica a tutto spiano mentre il gps impazziva chissa’ per quale motivo.

Alla fine, sono arrivato. In 3 ore , 22 minuti e qualche secondo.

Mi sono concesso uno sprint negli ultimi 300 metri giusto per gasare un po’ la folla (tra tutti i morti che arrivavano, sembravo Flash) per poi completare la gara,  stravaccarmi a terra per 30 minuti prima di riprendere un po’ le forze e andare a raccogliere le mie due medaglie: una per aver completato la Tough One, e un’altra per essere uno dei pochi che si e’ cimentato in questo lunghissimo duathlon (si sa, corridori e ciclisti sono razze diverse…).

Qualche foto (in attesa di quelle ufficiali)

RAC Tough One 2011

RAC Tough One 2011

RAC Tough One 2011

RAC Tough One 2011

Bici e tequila

Come ogni anno dal 2009 ad oggi, io e Curtis abbiamo tirato fuori le mountain bike, abbiamo cambiato le ruote, oliato le catene e controllato i freni per presentarci alla 15esima edizione della 94.7 Momentum Cycle Challenge, la seconda gara di bici con piu’ partecipanti al mondo (la prima e’ la Cape Argus Cycle Race in Cape Town, 30000 contro i 20000 della 94.7)

Quest’anno mi sono concentrato cosi’ tanto su corsa e calcio tanto che l’ultima volta che avevo pedalato piu’ di 10km era stata l’anno scorso, nella 14esima edizione della stessa gara…

Ready to go!
Pronti alla partenza

It could take a while...
mmh.. qui ci vorra’ un po’ di tempo

Fortunatamene le previsioni del tempo davano nuvoloso, e cosi’, alle 5 di mattina, Curtis e io guidavamo in direzione della partenza.

Dopo aver passato circa mezz’ora nel canalone che fa partire i gruppi (da 200+ persone l’uno, con partenze a scaglioni ogni 10 minuti o poco meno), entrambi avevamo deciso la tattica per la gara: rimanere vicini, prendersela comoda e fare lo sprint decisivo per decidere il vincitore a 500 metri dalla fine.

Final picture
Io e Curtis

Cycling in town
In citta’

Nice view from the motorway
Sulla tangenziale

Johannesburg is dead today
Tutti i negozi sono chiuse oggi

Nonostante la mancanza di allenamento nelle gambe, per entrambi i problemi piu’ grossi venivano dal posteriore: la sua sella era scomoda, mentre la mia, a causa di qualche chilo perso sul culo, di colpo faceva sentire tutta la sua durezza sul mio delicato sedere.

I primi 30-40km come al solito sono stati abbastanza facili, con numerose lunghe discese seguite a corte salite. Finalmente, poco prima di meta’ gara, tutti e due ci siamo fermati al banchetto delle tequile gratis che da anni si trova li’ a mo’ di scommessa, visto che nessuno dei serissimi ciclisti si ferma mai.E invece stavolta noi due ci siamo fermati, siamo stati festeggiati da una ventina di persone in attesa dei loro campioni, e dopo 3 shot di tequila (con sale e limone), siamo ripartiti, fieri di avere reso felici i tifosi (che hanno anche un gruppo facebook chiamato 94.7 tequila challengehttp://www.facebook.com/event.php?eid=293614510660234)

Tequila time
Tequila time!

Il resto della gara, una volta lasciato dietro il centro storico di Johannesburg e la parte residenziale del West Rand, e’ stato, forse anche per colpa della tequila, un po’ piu’ difficile, con numerose salite e un tratto bestiale lungo l’autostrada. Pero’, nonostante la scarsa velocita’ media in questo tratto di percorso (circa mezz’ora in piu’ rispetto alla seconda), non ci siamo mai fermati e siamo arrivati in fondo, dove, con uno scatto regale, ho nuovamente battuto Curtis nello sprint finale.

A LONG hill...
Questa e’ una salita!

Il resoconto della gara (grafici, percorso etc..) lo trovate qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/60519857

Another year, another medal
Un altra medaglia per l’Olafmeister

Bit tired now...
Dopo quasi 100km e un culo in fiamme, sono un po’ stanco…

Il resto delle foto (in attesa di quelle ufficiali), invece lo trovate su flickr: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157628078715363/

 

 

Tradizioni sportive di Novembre

Ho tentato di prendermi un po’ di riposo dopo il lunghissimo calendario calcistico e le numerose corse cui ho partecipato, ma anche durante le ultime 3 settimane, in cui ho corso pochissimo, mi sono trovato coinvolto in un torneo di calcio a 5, tanto per tenermi in forma.

Ormai e’ quasi meta’ novembre, e ci sono due eventi sportivi particolari che ormai faccio ogni anno: la Liquifruit Irene road race (dalle parti di Pretoria) e, la settimana sucessiva (tra 7 giorni!) la massacrante 94.7km di bici intorno a Johannesburg.

Da quando sono arrivato in Sudafrica, la Liquifruit e’ l’unica gara in cui tutta la famiglia di Lindsey si prepara al complete per correre, non solo Jill e David. Cosi’, con tutta la truppa pronta, siamo come al solito arrivati in ritardo (la coda per arrivare al parcheggio e’ ridicola da anni), e siamo partiti con circa 15 minuti di ritardo dal resto del gruppo.

Il percorso lo conoscevo a memoria, e per i primi 3km non ho avuto troppo problemi, almeno fino a quando, durante un sorpasso tra erba alta, non sono finito in una dannata buca! Sono riuscito a completare il percorso con un po’ di dolore, e nonostante tutto ho battuto di circa un minuto il personale sulla gara.

Jill e David sono arrivati come al solito poco dopo l’ora, mentre il resto della truppa ha deciso di affrontare la 5km invece della 10km, giusto per evitare le salite spaccagambe.

Cosi’, con un polpaccio al momento sotto ghiacco, devo raccogliere le ultime energie per le prossime due settimane: la 94.7 e’ domenica prossima (e non salgo in bici da tempo!) e poi sara’ la volta della massacrante 32km chiamata Tough One, uno dei percorsi piu’ duri in Sudafrica (soprattutto sotto il sole…)

L’analisi della gara la trovate qui: http://runkeeper.com/user/olafek/activity/59567044 mentre le foto sono qui sotto:

Irene Liquifruit 2011

Irene Liquifruit 2011

Irene Liquifruit 2011

Irene Liquifruit 2011