Il superbowl sudafricano: la Currie Cup

In Sudafrica esistono tre sport: il calcio, praticato dalla maggioranza (nera) e tifato dalla maggioranza (nera), il cricket, praticato da una minoranza bianca di origine inglese e tifato da una minoranza bianca (sempre di origine inglese), e il rugby, praticato soprattutto da afrikaners (i bianchi di origine boera) e tifato un po’ da tutta la minoranza (inglese o boera).

Certo, esistono eccezioni: ci sono un sacco di persone che giocano a calcio di tutti i colori, ma poi seguono i campionati inglesi o spagnoli. Oppure nel cricket indiani e pakistani hanno un talento naturale nel loro sport nazionale, e ne trovi in un sacco di squadre. Se i Bafana Bafana, la nazionale di calcio sudafricana, e’ composta praticamente solo da neri, i Springboks, la nazionale di rugby, ha soprattutto giocatori di altri colori.

I soldi verso lo sport vengono investiti in senso inversamente proporzionale al numero di praticanti: il rugby e’ in assoluto lo sport piu’ ricco, con stadi all’avanguardia, sponsor televisivi che pagano un sacco e scuole che continuano a sfornare campioni.

E’ una religione. Ogni provincia ha una (o nel caso del Gauteng) due squadre che la rappresentano. Per Johannesburg, si tratta dei Golden Lions, squadra che negli ultimi anni non ha mai vinto niente.

A parte i tornei con la nazionale (l’annual tri-nation, i tour in Europa o Australia, la coppa del mondo), sono due i tornei piu’ importanti a livello di club: il Super Rugby, una specie di champions league and inviti (5 squadre sudafricane, 5 australiane e 5 neo zelandesi), e, una volta finito quel torneo, e la Currie Cup, la piu’ vecchia competizione di rugby nel mondo (hanno iniziato nel 1899!), il campinato nazionale.

La formula e’ semplice: le otto squadre partecipanti si affrontano (andata / ritorno) durante l’inverno e primavera, e poi le miglior quattro passano alla semifinali. La finale si gioca in casa della squadra finita piu’ in alto durante la regular season, quindi arrivare in cima alla classifica ti assicura una finale casalinga in caso di vittoria nelle semifinali.

Dopo anni di dolori, per i Golden Lions questa e’ stata una stagione magica. Con le altre squadre indebolite per colpa della coppa del mondo (i Lions non forniscono cosi’ tanti giocatori alla nazionale quanto i Blue Bulls, la squadra di Pretoria, Western Province – Cape Town o Sharks – Durban) sono arrivati in cima alla classifica per la prima volta in anni.

In semifinale hanno affrontato Western Province, con i nazionali tornati dalla coppa del mondo, e sono riusciti a sconfiggerli per garantirsi una finale casalinga contro i Sharks.

The very expensive ticket for the final

Lions Supporters

L’occasione era ghiotta: andare da Ellis Park (a 20km da qui) e assistere a questa specia di Super Bowl sudafricano per soli 50 rand (meno di 5 euro). Cosi’ io, Lindsey, Jill, Curtis (tifoso dei Sharks) e altri due amici ci siamo organizzati per tornare in uno stadio che mi ha sempre dato dispiaceri (l’Italia qui ha perso 1-0 con l’Egitto nel 2009 e 3-2 con la Slovacchia nel 2010!).

Curits supports the sharks...

Time for a kill!

All of us

La giornata era splendida e ci siamo presentati in anticipo ad Ellis Park. I biglietti erano in alto, proprio dove con Ian avevo assistito all’Italia venire umiliata da una squadra slovacca un anno fa.

I numerosi tifosi dei Lions, finalmente organizzati come si deve dopo decenni di sconfitte (l’ultima volta avevano vinto la Currie Cup nel 1999, in una finale fuori casa, e nel 1950 (!) nell’ultima finale casalingua vittoriosa), avevano riempito lo stadio di rosso e bianco, mentre i (comunque numerosi) tifosi della squadra avversaria spuntavano fuori un po’ dovunque con bandiera e maglie nere.

Joshua Strauss: the beard knows fear

The fearless beard!

Revenge time!

A try!

First points

La partita non ha avuto storia per fortuna: nonstante la pressione degli Sharks, i Lions sono riusciti a vincere 42-16 grazie a tre mete e i numerosi calci piazzati del giovane Elton Jantjies. E cosi’ il trofeo e’ stato alzato, tra il tripudio dei tifosi, dal capitano Joshua Strauss, conosciuto come Barba Senza Paura (fearless beard).

Inutile dire che l’esperienza e’ stata fantastica. I tifosi, la partita, la fine della mia personale maledizione ad Ellis Park. Tutto perfetto! Mi e’ dispiaciuto soltanto per il povero Curtis, costretto a tornare a casa con la coda (pinna) tra le gambe…

Celebration time

Lions finally won!

Fireworks display

Il resto delle foto le trovate qui: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157628009279572