Non chiedetemi neppure come ci sono finito dentro.
Per motivi di lavoro, qualche tempo fa sono andato a presentare un progetto da uno dei piu’ grandi tassidermisti africani. Sapevo vagamente il significato di taxidermist, ma sinceramente l’attivita’ non mi interessava troppo.
Dopo una mattinata passata a discutere di possibile collaborazioni (da iniziare solo nel 2010), mi hanno chiesto se volevo fare un giro nel laboratorio.
Ovviamente, non volendo deluderli, ho detto di si’, e mi sono trovato presto davanti alla raccolta piu’ grande che abbia mai visto di animali (africani) imbalsamati.
E’ strano descrivere lo sconforto (peggio di uno zoo, almeno li’ mangiano e respirano) che il capannone principale mi ha provocato.
Decine e decine di animali una volta vivi ed enormi (giraffe, rinoceronti, leoni) ridotti a statuine da appendere sopra il caminetto oppure da mostrare in giardino.
Ecco qualche foto:
Interessato dall’attivita’, ho chiesto in giro come funziona il loro lavoro. In pratica i cacciatori che vengono qui in Sudafrica a cacciare in riserve private (normalmente turisti americani, ma da un po’ di tempo a questa parte ci sono un sacco di russi), uccidono qualche animale, poi lo portano a scuoiare e mandano solo la pelle nel laboratorio.
Gli imbalsamatori a questo punto costruiscono (credo sia col gesso) la forma dell’animale (o della parte che interessa al collezionista, tipo solo la testa), e poi ci incollano sopra la pelle, dopo averla trattata e tagliata in modo da adattarsi al modello di gesso.
Una volta finito, spediscono via corriere (vorrei vedere come fanno a spedire una giraffa fino in America…) e pronti via con il prossimo animale.
I mercati con piu’ richiesta? Ovviamente quello nordamericano, quello russo (in crescita) e, fino a poco tempo fa, il mercato italiano…