Natale in Sudafrica: leggermente differente da quello europeo

Quando ero bambino (o comunque prima di incominciare a vivere le mie serate al Texas), per me Natale significava solamente due cose: essere circondato da parenti nel pranzo natalizio – durata 2 giorni – e ricevere un sacco di regali.

Una volta scoperta l’indipendenza, l’alcool e conquistata la patente, il tempo passato con la famiglia si era ridotto, e il conto dei regali ricevuti veniva superato da quello dei regali comprati per altri.

Dopo 6 anni di Natali rigorosamente uguali (e non per questo poco spettacolari: raggiunto l’apice si puo’ soltanto sperare di non fare peggio), questo doveva per forza essere un Natale diverso.
Prima di tutto, ero in Sudafrica, 10000 km e due stagioni lontano.
Senza la mia famiglia, ma con quella di mia moglie.
Senza il Texas, ma con il pub dentro casa mia riempito di alcolici.

Il risultato? Ho trattato il Natale come un party d’agosto in Europa. Il pranzo e’ stato molto simile a quello europeo (pesante! Con carni di tutti i gusti) e l’albero di natale (di plastica) era circondato da regali proprio come in Europa.

Potrei raccontarvi dei regali ricevuti (pochi ma buoni, da Watchmen – il fumetto, fantastico – a una bottiglia di lusso di Jack Daniels fino a libri e cibarie varie), pero’ un regalo merita la foto:

The Olafmeister relaxes

Questo sono io, nella mia piscina, con il mio cappello da cowboy comprato nel 2004 a Los Angeles, birra in mano sulla poltroncina gonfiabile comprata da Lindsey per Natale.

Il resto potete trovarlo su flickr, a questo indirizzo: http://www.flickr.com/photos/olafmeister/sets/72157611736718884/

Giusto per non scomodarvi con un link di troppo, ecco qui qualche altra foto del primo Natale del vostro adorato Olafmeister nel terzo mondo:

This is christmas in South Africa!

Olaf and Lindsey in the new olympic sport

Ah, merry christmas.

 

Il sabato perfetto.

Il Natale si avvicina, e prima che tutti tornino dalle proprie famiglie (per poi andare una o due settimana a "svernare" sull’oceano), Sabato abbiamo organizzato un ultimo braai, approfittando dei 35 gradi che ormai da tempo flagellano i poveri sudafricani.

Una ventina di persone, un sacco di carne, un sacco di alcolici.

Getting ready for christmas in South Africa

Io ho preparato margarita, mojito e cosmopolitan la notte prima, cosi’ da potermi dedicare al barbecue.

La presenza di qualche ebreo ha un po’ complicato i piani (provate a cucinare tutto quel porco e tenerlo separato dal pollo o agnello rigorosamente kosher…) ma per fortuna, non essendo ortodossi, hanno solo voluto onorare le regole basi.

Sinceramente una religione che mi vieta di mangiare certi cibi (o di bere alcolici, vedi i musulmani) mi sembra solo una fregatura.
Gia’ mi vedo dio che alle porte del paradiso guarda l’ebreo e gli fa "Uella’  – spero sempre Dio sia milanese – , vedo che nella vita sei stato un tirchio bastardo e strozzino, pero’ non hai mai mangiato porco! Bravo, entra pure!"

I cocktail sono stati un successone. Alcuni sono stati preparati rigorsamente seguendo le istruzioni, altri invece sono stati fatti con la polverina!

Getting ready for christmas in South Africa

Eggia’ qui vendono delle confezioni di plastica con della polverina dentro. Ci aggiungi acqua calda, poi acqua fredda, poi tequila (nei margarita) o rum bianco (nei mojito), metti dentro il frigo e 8 ore dopo voila’! Tutto perfetto.
Al posto della tequila normale ho messo la tequila sour e devo dire che tutti hanno apprezzato, tanto da lasciarmi solo birre…

Il giorno dopo? Invece di pulire la casa ho passato la mattinata in piscina. 28 gradi.

Getting ready for christmas in South Africa

Ah, l’inverno.

Bye bye balls

E cosi’ Cucciola e Bruce sono stati sterlizzati, completamendo il ciclo dei primi 6 mesi (vaccini di tutti i tipi, chip installati etc…)

Mentre alla fine per Cucciola si tratta solo di una cicatrice di 3 cm sulla pancia, a Bruce hanno asportato le palle, lasciando un sacchettino abbastanza moscio tra le palle che in futuro dovrebbe semplicemente diventare sempre piu’ piccolo e sparire.

Purtroppo la sterilizzazione qui e’ praticamente obbligatoria visto i numerosi problemi che i cani randagi (o abbandonati nelle townships locali) procurano in giro.

Certo che vedere Bruce senza palla mi fa un po’ di tristezza.

Preparasi per un Natale cosi’ fottutamente lontano

Questo sara’ il primo Natale lontano da casa. Dalla famiglia, dagli amici, dal Texas e dalla sua spettacolare birra di Natale che ogni anno mi aveva fatto ubriacare 7 giorni su 7.

Da queste parti il Natale immagino sara’ bene o male uguale, con la sola differenza del clima: invece del freddo e miserabile inverno, che ti invita ad entrare dentro un bar per scaldarsi e ubriacarsi, qui e’ piena estate, e per il 24/35 dicembre ci saranno una trentina di gradi.

La famiglia di Lindsey verra’ a casa nostra, e ovviamente i preparativi sono in fase avanzata: Lidnsey si occupa di decorazioni e cibarie varie, io degli alcolici e di appendere poster e foto sulle pareti (sono li’ che aspettano da settimane).

Il problema e’  che, nonostante tutto, sono un po’ triste.
Mi manchera’ la cena di Natale (durata media 20 minuti prima di andare al Texas), il pranzo famigliare del 25 (quello che dura un’intera giornata, prima di andare al Texas), il compleanno di Beppe (al Texas) e in generale le solite facce che rivedevo a Dicembre ogni volta che tornavo da Londra, da Massi a Mera, a Davide e Renato, fino all’occasionale gruppo veneto – cosi’ importante nel secolo scorso (Mauro, Alessia e Gualtiero) – fino a tutti quelli che venivano a farsi una birra o un cocktail al Texas…

Qui, oltre all’aspetto commerciale delle festivita’, devo anche sorbirmi l’aspetto religioso, che evitavo con grazia da almeno 10 anni.
Ci sarebbe da scrivere un intero articolo per discutere di come la gente prende sul serio la Bibbia da queste parti (creazionismo non dice niente?), ma visto che a Natale siamo tutti piu’ buoni, mi riservero’ di discuterne a riguardo solo dopo le festivita’…

Christmas at the OIgiati's house

Un modo diverso per tenersi in forma

Mesi dopo aver adoperato la Wii Board di Paolo durante la parentesi estive europea, ho finalmente comprato (per Natale, ma non lo dite a nessuno), il Wii Fit con allegata Wii Board.

Sono passati ormai 2 mesi dalla finale di calcio, e da allora, oltre a qualche gara locale, non ho fatto davvero niente. Con l’arrivo dell’estate tutto quello che faccio sono grigliate e bevute a casa mia o da conoscenti (anche se preferisco sempre stare a casa mia: sul barbecue ci va quello che mi piace, e se mi ubriaco nessuno mi rompe i maroni).

Cosi’, tutto ganzo, salo sulla Wii Board e dopo il test (che mi assegna un’eta di 44 anni), eccomi catalogato come overweight, con rigonfiamento dell’omino Mii e sorpresa generale.

Cosi’ il giorno dopo ero a correre, allenarmi con la Wii (che uso solo per riscaldamento oppure per rilassarmi alla fine della seduta), e gia’ che c’ero, eccomi iscritto alla palestra della zona dove fanno MMA.
Mixed Martial Arts.
In pratica quello che in giro per il mondo e’ conosciuto come UFC.

Era da tempo (praticamente dall’anno scorso, da quando avevo conquistato la cintura nera in kickboxing) che non entravo in una palestra.
Dopo la prima mezz’ora di combattimento in piedi (in cui non ho nessun problema), il resto e’ stato un delirio.

In pratica ho passato un’ora a volare in giro per la palestra, atterrando sul culo o sulla spalla, fare mosse di sottomissione di solito ammirate solo nella WWE, oppure farmi strangolare giusto per provare a liberarmi dalle stesse mosse.

Non ho mai odorato cosi’ tante ascelle e bevuto cosi’ tanto sudore, proveniente da lottatori in generale pesanti dai 100kg in su (puri Afrikanners).

Provate a sollevare qualcuno di quelli da una posizione di partenza modello doggy style (tipo la lotta greco-romana che si vede solo ogni 4 anni alle olimpiadi, se c’e’ un italiano). Impossibile, troppo pesanti o troppo sudati.

Ovviamente mi sono subito iscritto nella categoria competitiva.
Tempo un anno (a quanto pare e’ il minimo per imparare le mosse basi di sottomissione e il combattimento a terra) e faro’ il mio primo torneo.

No pain, no gain.

p.s.: due giorni dopo ho ancora il culo che mi duole, le spalle malconce e la gola violacea…