Il fantasma dei natali presenti, ovvero l’importanza di avere due case.

Non so per quanti anni (o se per davvero) Ligabue abbia frequentato il Bar Mario.
Non sento sue canzoni nuove da anni (tranne Gli ostacoli del cuore, penso che la piu’ recente canzone sua che abbia sul mac sia quella di Radio Freccia), ma i primi dischi, soprattutto il primo, del 1990, bastano a riempire l’ufficio di musica che collego a quel periodo perso tra giocare con il Lego e correre dietro alla figa, ai soldi e al fantacalcio.

Probabilmente fossi un cantautore, o solo un autore, meta’ delle mie struggenti canzoni citerebbero il Texas e le persone che conosco. E’ strano come un pub abbia acquisito una sua importanza strategica in tutti i miei viaggi di ritorno in Italia dal 2001 a oggi.

Ho lavorato li’ per due anni, come pessimo cuoco e ancora pessimo occasionale cameriere. Pero’ mi facevano mangiare gratis e bere quanto volevo, e la paga non era niente male, visto che poi si aggiungeva allo stipendio che prendevo lavorando a Milano durante l’ultima epoca del boom di internet. Alla mia festa di addio i due precedenti padroni del Texas (Pucci e Marzia) chiesero a mia sorella se voleva lavorare una volta andato via io. Mia sorella accetto’ senza problemi (i soldi fanno sempre comodo), e ora, a 6 anni di distanza, lei e’ ancora li’ ma loro due no.

4 Anni fa Nicola prese il Texas in gestione. Non credo che il posto sarebbe potuto andare in mani migliori. Il locale e’ migliorato, in qualita’ (di clienti, cibo, birre e cocktails) e quantita’ (di clienti, cibo, birre e cocktails) e Nicola rimane una di quelle persone che ti fa sentire a suo agio e sempre speciale una volta varcata la soglia come cliente.

Sopporta ormai i miei arrivi annuali sempre con grazia, e non manca mai di offrirmi piu’ di quanto il mio orgoglioso fegato riesca ad assorbire.
Conosce tutti gli elementi della mia famiglia allargata, dal mio vecchio cugino Renato (quasi 50 anni e non mostrarli), al mio cugino ufficiale e bevitore (o ora pure gentiluomo) Davide, passando per amici, amici di amici, e amici di amici del mio cane.

Ormai da tempo il Texas, le cameriere (inclusa mia sorella, la regina del luogo), Nicola e le solite facce fanno parte di una naturale estensione casalinga che parte da casa mia e arriva qualche chilometro piu’ in la’, a Legnano, in Via Venezia.

Inventassero il tele trasporto sarei li’ tutte le sere, lunedi’ escluso, ovviamente.
Dopotutto mia sorella ogni tanto ha bisogno di una serata libera.

One Comment

  1. in effetti se non ci fosse il capello grigio e qulcuno che ogni tanto me lo ricorda : - )) io ( il vecchio cugino ) non mi ricorderei di essere nato a poco piu che meta del secolo scorso : - ))) si il texas è un posto che merita di essere citato …..

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