Natale e’ passato. Come al solito in Italia. Vero, scrivo a piu’ di due settimane di distanza, ma dopo innumerevoli problemi di questo 2008 (blackout con frequenza spaventosa, crisi del mio computer, re-installazioni di vari sistemi operativi), solo adesso sto riuscendo a riportarmi alla pari col lavoro per avere tempo libero e scrivere sul sito.
Beh, in verita’ anche adesso intorno a me la zona e’ completamente senza corrente (dannata Eskom), per fortuna sto riuscendo a scrivere dal mio pda, che mi mantiene in contatto col resto del mondo.
Cosa mi rimarra’ di questo Natale? Ho passato tutte le sere a fare la stessa cosa (andare al Texas a bere e mangiare con i miei fidati amici), ma e’ stato un clamoroso addio al celibato, organizzato a sorpresa dal mio futuro bestman, Beppe, a rendere la settimana completamente speciale.
Beppe, che mi conosce probabilmente meglio di tutti, sa benissimo che pure io ho dei punti deboli: sono nostalgico e mi piacciono lo spogliarelliste.
Proprio per questo la serata organizzata in mio onore e’ stata semplicemente perfetta.
Andare al ristorante tedesco e vedere entrare ad uno ad uno, come in uno speciale di Oprah Winfrey, facce appartenenti ad un passato cosi’ lontano, quando tutto quello che volevo fare era giocare all’oratorio il pomeriggio (o finire le superiori), e’ stato un pensiero incredibile. Refraschini, Leo, Maggioni, e poi ancora Paolo (salutato solo un’ora prima!), Mauro (che finalmente ha visto due tette dal vivo, )mio padre, Massi, Giorgio, Mera e naturalmente Beppe. Tutto bello, tutto commovente.
Se le mie scorte di lacrime non fossero terminate nel quadriennio 1990-94 (troppi dolori da sopportare: il rigore di Donadoni nel 90, il finale di Terminator 2 nel 92, il Marsiglia nel 93, la finale di Pasadena nel 94…) forse avrei pure pianto.
Poi, la sorpresa. E’ vero, da tempo (anni) dicevo a Beppe che avrei voluto un addio al celibato modello film americani. E non e’ stato da meno. Preso dalle cameriere e portato in una stanza secondaria, ho incontrato la spogliarellista selezionata con scrupolo dal mio compare, vestita soltanto in mimetica (Davide cosa ti sei perso!)
Per un momento gia’ pensavo ai possibili numeri che mi scorrevano davanti, prima che la stanza fosse invasa dal resto della truppa (Massi in primis) in attesa di vedere lo spettacolo.
Che ovviamente e’ stato divertente, grazie ad innovazioni tipo la cravatta al cazzo e la sindone vaginale sugli occhiali, non puliti per lungo tempo.
Massi, che tette.
Le foto sono sul sito, in una delle directory segrete. Mandatemi una email e vi spediro’ il link.
Cosa rimane da dire? Che nonostante ormai da anni quando torno parlo delle stesso cose (i tempi che furono) e li porto allo stesso posto (il Texas), tutti loro ancora non si sono rotti le palle di avermi intorno, forse consci che per quelle poche volte all’anno possono sopportarmi meglio del solito.
Se fossi metrosexual direi che vi voglio bene, ma siccome sono io dico solo che vi rispetto.
E che ogni tanto, qui in Sudafrica (ma anche li’ sopra a Londra) mi mancate davvero.
Non ho parole… Sono quasi commosso… Ma rischierei di diventare metrosexual anche io…
Quindi con un inglesismo dico:
Respect!