Natale e’ tornare a casa e lamentarsi del freddo in Italia, per poi avere una scusa per passare la sera (notte…) al Texas a bere e mangiare.
Natale e’ Bart che vuole che lo porti a spasso quando io sono ancora nel letto.
Natale e’ rivedere le solite vecchie facce, risentire le solite vecchie voci, raccontare le solite vecchie (e imbarazzanti) storie del nostro passato. E’ rimpiangere i lego, l’olivetti prodest, i transformers, i mask e l’oratorio.
Natale e’ sapere che per una settimana sono ancora canegratese e frequento ancora gli stessi posti e la stessa gente.
Natale e’ sentirsi a casa. Ubriaco. Infreddolito. Nostalgico. Trentenne. E sul punto di sposarmi.
Cazzo, Natale.