L’antilope sul tetto del mondo

Watching the rugby world cup final at homeHo cercato di essere parziale fino alla fine. Dopotutto dopo cosi’ tanti anni passati a Londra, non tifare almeno un po’ per la nazionale inglese impegnata in una finale di coppa del mondo con un avversario diverso dall’Italia, era il minimo.
Peccato che la finale fosse contro gli springboks (Sud Africa).

Cosi’, circondato dall’intera famiglia di Lindsey, ospitata a casa mia, per la legge del televisore piu’ grosso, mi sono goduto 80 minuti di rugby.

La partita e’ stata tesa, giocata in maniera perfetta dalle due difese.
Una specie di Milan-Juventus finale di Coppa Campioni del 2003.
Il Sudafrica ha dominato dove doveva dominare (nei line-out e nei calci di piazzamento), l’Inghilterra ha difeso e bloccato le ali, specialmente Habana, proprio come doveva fare.
Dopo mille replay mi sono convinto che la meta di Cueto non c’era (a differenza del calcio, le linee bianche indicano l’out, e basta toccarle leggermente per essere fuori), e finito il fischio finale, sono andato in giro a fare caroselli con il resto della truppa.

Niente di paragonabile alle emozioni del 2006 (l’Italia e’ sempre l’Italia, e il calcio e’ sempre il calcio, anche se il rugby, da un puro punto di vista sportivo, e’ avanti anni luce) ma vedere per una volta i poveracci agli angoli festeggiare con bandieroni rubati chissa’ dove e’ stata un’esperienza unica.

Watching the rugby world cup final at homePeccato che il governo qui non capisca niente. Il coach attuale e’ stato bombardato di critiche negli ultimi 4 anni perche’ se ne e’ fottuto delle quote nere, ed e’ stato chiamato piu’ volta davanti alla federazione locale per spiegare le sue selezioni.
La quote nere sono un invenzione del governo post-apartheid per avere squadra sportive con piu’ neri possibili.
In pratica in ogni squadra sportiva nazionale vengono bloccati un tot di posti da riempire con atleti di colore.
Il problema? Che alcuni sport non interessano alla maggior parte degli atleti neri e le selezioni riempono le squadre di atleti mediocri.

Mentre il calcio ha una base nera, sport come il cricket, il rugby o l’hockey (per non parlare delle squadre di nuoto – plurimedagliate olimpiche – o di altri sport minori) non ce l’hanno e tranne alcuni campioni che sarebbero arrivati alla nazionale comunque, quote nere o no (come Habana o Pietersen), per trovare abbastanza atleti bisogna spulciare tra quelli nelle leghe minori.

Watching the rugby world cup final at homeIl coach sudafricano, Jack White (probabilmente odiato dalla classe politica nera gia’ dall’inizio, con quel cognome), negli ultimi 4 anni ha convocato giocatori che potessero offrire garanzie, e un campionato del mondo dominato dopo, ha avuto ragione.

Per evitare l’inevitabile licenziamento (la sua figura oggi e’ piu’ amata di quella di troppi politici che vorrebbero saltare sul carro dei vincitori nei prossimi giorni), probabilmente si ritirera’ a giorni, per lasciare il posto al successore. I possibili successori sono due: la scelta logica, Meyer, il coach di club piu’ titolato del paese (bianco) oppure Peter de Villiers, un coach che allena squadra giovanili, ma ha dalla sua il colore della pelle. Probabilmente vincera’ quest’ultimo e aprira’ la nazionale alle quote (che vogliono un minimo di 10 giocatori di colore nella nazionale).

Il Sunday Times locale ha analizzato la situazione perfettamente: “Enjoy it while you can. We won’t win again for 25 years”.
Lo storico logo (l’antilope qui conosciuta come springbok), nel futuro sara’ eliminato dalle maglie della nazionale, perche’ collegato al periodo dell’apartheid, e probabilmente sostituito dal Protea, il fiore nazionale, che gia’ campeggia in tutta la sua gloria gay sulla maglie delle nazionali di cricket.

La classe politica probabilmente sara’ piu’ contenta quando la nazionale sara’ nera, non importa se vittoriosa o meno. Peccato che siano cosi’ staccati dalla massa che li ha votati (e continua ancora, con la speranza di ottenere quelle case gratis promesse a 20 milioni di persone nel lontano 1995) che non si siano accorti di come il popolo di colore stia celebrando ancora di piu’ di quello bianco, fieri del titolo di campioni del mondo.
A loro non frega un cazzo chi giochi per la nazionale, basta che vinca (a differenza della squadra di calcio, nera e perdente).

Un ultimo pensiero va ai miei poveri colleghi e amici inglesi, hanno avuto una settimana oscena.
In rapida successione hanno perso a cricket, poi a calcio, compromettendo la qualificazione per i prossimi europei, a rugby e ieri la mazzata finale, con Hamilton che si e’ visto scappare il titolo mondiale a favore dell’odiatissima Ferrari…