Le due bandiere che vedete combinate di fianco rappresentano il passato (apartheid) e il presente del Sudafrica. Sventolare la bandiera vecchia (quella con le tre bande) in luoghi pubblici non e’ ancora reato, ma può aiutarti a ritrovare un coltello piantato tra le scapole.
Fosse solo un problema di bianco e nero, tutto sarebbe molto più facile da risolvere. Invece il Sudafrica ha una scala di problemi grigi che anche un daltonico come me può vedere ogni giorno.
La storia sudafricana, prima del 1994, era sempre stata una noiosa postilla nei libri di storia, legata di solito al colonialismo africano.
Arrivano i portoghesi (che si erano fermati al Mozambico), poi ecco i boeri ed infine gli inglesi. In mezzo, come schiavi e poi cittadini di seconda classe, i neri.
Il nome di Mandela, oggi quasi più santo di Cristo (neanche Gesu’ sarebbe riuscito a portare una coppa del mondo di calcio in Africa), era ancora coperto di sangue dovuto ad atti terroristici e solo Gullit, con la dedica per il pallone d’oro nel 1988, lo aveva riportato di moda, almeno dalle mie parti.
Poi nel 1994, 5 anni dopo il crollo del comunismo, l’apartheid crolla, l’ANC (African National Congress, lo stesso partito accusato di comunismo e terrorismo dal governo precedente, di cui Mandela era a capo della frange armata) va al potere tramite le prime elezioni libere e tutto sembra perfetto.
L’opinione pubblica mondiale cambia idea ed e’ ottimista riguardo il futuro del paese, il Sud Africa vince la coppa del mondo di rugby nel 1995 e tutti sono felici.
Sono passati 13 anni da allora. Un sacco di cose sono cambiate, almeno a sentire testimoni locali. In peggio.
Qui non ci sono solo bianchi e neri. I “bianchi” sono divisi tra afrikaans, discendenti dei boeri, che parlano la loro lingua, simile all’olandese anche nella parlata pieni di suoni gutturali e a rischio sputo, inglesi, che parlando un inglese più che comprensibile, un sacco di portoghesi e immigrati come me. Soprattutto negli anni 70 e 80 il governo aiutava gli immigrati europei molto più di quanto non faccia adesso.
Poi ci sono i neri sudafricani, divisi tra mille etnie diverse e 9 lingue ufficiali tutte similmente incrompensibili.
Altri neri sono gli immigrati (la maggior parte illegalmente) dal vicino Zimbabwe, l’Albania locale, e dalla Nigeria.
La popolazione nera e’ ovviamente una larga maggioranza, e il virus dell’HIV tra di essa ha raggiunto livelli preoccupanti (si parla del 40%).
Un altra larga fetta sono gli indiani (Durban e’ il posto in cui si trovano più indiani al di fuori della stessa India), non troppo amati dai neri e considerati bene o male come cittadini di seconda classe dai bianchi (beh, qualcuno doveva prendere quel posto).
Anni di apartheid hanno provocato un solo sentimento nella popolazione nera al potere: rivincita (conosciuta qui con il nome di affirmative action).
Fattorie una volta floride sono state strappate di mano ai bianchi (non in maniera violenta come in Zimbabwe ma quasi) e date in mano a neri che non avevano, e hanno, idea di come gestirle.
Tutti i posti di potere al governo sono in mano a neri che hanno preso quel posto solo perché hanno la razza che va di moda al momento. Il governo ha speso milioni per cambiare nomi di città e strade una volte dedicate ad eroi delle guerre boere-inglesi dimenticandosi delle case gratis promesse a chiunque votasse l’ANC. Milioni sono spesi per pubblicizzare il Sudafrica come un paese pieno di opportunità ma poco e’ stato fatto per arginare il problema AIDS o immigrazioni o criminalità.
Thabo Mbeki, il presidente attuale, e’ stato chiamato più volte a fare qualcosa per aiutare lo zimbavw a liberarsi di Mugabe, ma purtroppo lui e’ uno dei tanti amici del vicino dittatore.
Basta andare in giro per Johannesburg per vedere un sacco di favelas (o shanti towns, come sono chiamate qui) e migliaia di neri in condizioni di vita ridicole che stanno ancora aspettando le case promesse nel lontano 94 e 99. E intanto continuano a votare.
Qui e’ un rischio criticare il modo di pensare dei neri (incomprensibile ai più) senza essere accusati di razzismo, ma cazzo, la maggior parte di essa, soprattutto quando al potere (e si può vedere lo stesso in altri paesi) pensa solo al tornaconto personale, a quello che può avere oggi o come può togliere da altri per aggiungere a quello che ha gia’.
La corruzione ha raggiunto livelli superiori a quella italiana. Il lotto e’ stato abolito anni fa perché’ il governo prendeva i soldi destinati ai premi e non rimaneva mai niente. E’ stato ripristinato solo ultimamente.
Lo stesso governo per anni ha rifiutato a considerare l’HIV come un problema addirittura arrivando a dire che bastava una sana dieta di verdure (aglio e limone) per scrollarsi di dosso il noioso virus.
E’ vero, questo e’ un paese in via di evoluzione, non più di sviluppo, ed e’ fortunato ad essere molto più europeo che non il resto dell’Africa. Ha splendide coste, fantastici paesaggi naturali (basta andare a Cape Town per rendersene conto) e animali di tutti i tipi, compresi gli scoreggioni facoceri di Disneyana memoria. Tutti sono molto più gentili che a Londra (non che ci voglia molto) e l’economia rimane in crescita.
Ma in questo governo sono cosi’ disperati di nascondere o dimenticare il passato, arrivando a cancellarlo dai libri di storia (errore che non andrebbe mai fatto, dagli errori del passato si impara smorfie) che tante volte non riescono a vedere che con qualche cambiamento di mentalità’ il paese potrebbe togliersi di dosso quell’etichetta di stato terzo o second-mondista e raggiungere livelli decenti. Per molti.
Purtroppo e’ molto piu’ comodo continuare a combattere nemici morti da tempo che non trovare nuovi modi per canalizzare il sentimento progressista.
Invece il governo ancora perde tempo a lamentarsi di canzoni come de La Rey, scordandosi che se il Sudafrica non e’ l’Uganda o il Sudan, il merito (o la colpa?) e’ anche di qui questo paese l’ha colonizzato.