E’ ancora inverno oggi. Ieri lo era di meno.
Diciamo che, abituato da ben due settimane a quei 18-20 gradi che vedono la fauna locale coprirsi pesantemente e lamentarsi dell’estate che non arriva mai, i 12 gradi ventosi di oggi si fanno sentire.
E’ anche lunedi’ mattina, e questo vuol dire che fra poco arrivera’ l’orda di persone di colore locale pronte a sciacallare nei bidoni della spazzatura lasciati fuori dal complesso in attesa del raccoglitore serale.
Nonostante rispetto al vicino Zimbabwe (l’Albania sudafricana) e a gran parte del resto dell’Africa, il Sudafrica e’ avanti anni luce (hanno elettricita’, internet e satellite), ma ci sono sempre problemi.
Ad esempio il risparmio energetico: guardando qualsiasi programma sulla rete nazionale (SABC), ogni 30 minuti appare in sovraimpressione un bel contatore energetico che riassume la situazione in quel momento.
Se e’ verde, allora felicemente la scritta mostra un “Nessuna emergenza energetica, potete accendere la luce”, se e’ rossa, viene gentilmente consigliato di iniziare a spegnere fornelli o riscaldamenti elettrici, oppure staccare gli adattatori dei cellulari. Se non si vede niente, allora probabilmente un black out ha colpito la zona.
Per un paese cosi’ preoccupato per l’energia (il Sudafrica fornisce corrente elettrica a quasi tutto l’Africa del Sud, ma spesso si scordano di fornire elettricita’ alle numerose abitazioni che stanno spuntando come funghi, e via di black out), qualcosa doveva passare in secondo piano.
La raccolta rifiuti, ad esempio, non e’ differenziata. Vero, a Londra era lo stesso, o almeno credo, visto che io buttavo via tutto insieme.
Qui i rifiuti vengono buttati tutti nei bidoni della spazzatura forniti, nel mio caso, dal complesso residenziale in cui risiedo e accumulati fuori la domenica sera, in attesa della raccolta, ben 24 ore dopo.
Di mattina, arrivano da tutti gli angoli, gelando dal freddo e un po’ come zombie di pelle scura, i fantasmi della pattumiera.
Aprono tutti i bidoni e cercano quello che possono riciclare o rivendere, in genere cavi di qualsiasi tipo e cartone.
Io sono in posizione privilegiata, dalla mia finestra vedo tutto, e passo sempre 10 minuti a vedere come se la cavano.
Forse e’ cosi’ che funziona la raccolta differenziata: se lo stato se ne sbatte, lascia liberi gli imprenditori locali. Che, dopo ore e ore di accumulo, caricano su camion di fortuna chili di cartone e km di cavi, che verranno rivenduti e riciclati in futuro.
Alle sera arriva finalmente il camion raccogli rifiuti, e si trova meta’ del lavoro gia’ pronto: i bidoni pesano la meta’ e sono sempre tutti ordinati in fila indiana, visto che i fantasmi hanno riordinato tutto.
Neanche a Napoli.
Probabilmente i napoletani dovrebbero fare come loro e poi iniziare un modello di export verso l’Albania. Vedo quello stato pronto ad accettare il mercato di scatole di cartoni e cavi di vario genere di seconda mano…
Beh, mi sembra un originale sistema non codificato che cmq può funzionare!
Sarebbe da applicare anche a Napoli, altrochè! Sempre meglio della Camorra!