Luce naturale

Luna in SudafricaSul campo da calcio passo la palla a qualcuno e di colpo tutto diventa scuro. Un improvviso blackout della zona (abbastanza frequente da queste parti). Tutti i 5 campi da calcio e la sede sociale del club diventano di colpo invisibili, e cosi’ i miei compagni di squadra.
Mi incammino verso l’uscita del campo di allenamento per una sessione di stretching notturna.

I miei occhi ormai sono abituati all’oscurita’, pero’ vedo molto di piu’ di quello che mi aspetto.
Vedo le linee (dipinte di blu sull’erba secca – ma morbida), vedo le facce dei giocatori dell’allenatore, addirittura vedo in lontananza i bambini delle giovanili nascondersi dietro ai cartelloni pubblicitari per sfuggire alle mamme. E vedo addirittura la mia ombra.

Da dove viene? Mentre qualcuno scandisce i diversi esercizi di rilassamento muscolare, mi guardo intorno per cercare fonti di luce cosi’ forti da creare ombre anche in quello che dovrebbe essere un momento di totale oscurita’.

Non ne trovo, fino a quando, mentre faccio una sequenza di addominali, mi trovo quasi accecato dalla luna. Sono in Sudafrica, a 1700 metri di altezza, l’aria e’ rarefatta e fa quasi caldo in questo inverno. Finalmente mi rendo conto che la mia ombra e’ creata dalla luce della luna. Mai cosi’ vicina, mai cosi’ forte, mai cosi’ luna.

Qui la luna e’ diversa. La mezzaluna e’ inclinata di 90 gradi sud rispetto al solito, e cosi’ lo spicchio di luna qui diventa un sorriso. Tante volte rosso (credo). Con il limitato inquinamento notturno, ogni notte posso vedere stelle e costellazioni (che non riconosco, ma non riconoscevo neanche in europa) come da nessuna altra parte.

Qui la luna sembra davvero grande, come in quelle scene da film in cui sembra a portata di sputo.
Non che ci sputerei, bella com’e’.

La situazione sudafricana spiegata dal vostro inviato locale

South Africa NowLe due bandiere che vedete combinate di fianco rappresentano il passato (apartheid) e il presente del Sudafrica. Sventolare la bandiera vecchia (quella con le tre bande) in luoghi pubblici non e’ ancora reato, ma può aiutarti a ritrovare un coltello piantato tra le scapole.
Fosse solo un problema di bianco e nero, tutto sarebbe molto più facile da risolvere. Invece il Sudafrica ha una scala di problemi grigi che anche un daltonico come me può vedere ogni giorno.

La storia sudafricana, prima del 1994, era sempre stata una noiosa postilla nei libri di storia, legata di solito al colonialismo africano.
Arrivano i portoghesi (che si erano fermati al Mozambico), poi ecco i boeri ed infine gli inglesi. In mezzo, come schiavi e poi cittadini di seconda classe, i neri.
Il nome di Mandela, oggi quasi più santo di Cristo (neanche Gesu’ sarebbe riuscito a portare una coppa del mondo di calcio in Africa), era ancora coperto di sangue dovuto ad atti terroristici e solo Gullit, con la dedica per il pallone d’oro nel 1988, lo aveva riportato di moda, almeno dalle mie parti.

ANC LogoPoi nel 1994, 5 anni dopo il crollo del comunismo, l’apartheid crolla, l’ANC (African National Congress, lo stesso partito accusato di comunismo e terrorismo dal governo precedente, di cui Mandela era a capo della frange armata) va al potere tramite le prime elezioni libere e tutto sembra perfetto.
L’opinione pubblica mondiale cambia idea ed e’ ottimista riguardo il futuro del paese, il Sud Africa vince la coppa del mondo di rugby nel 1995 e tutti sono felici.

Sono passati 13 anni da allora. Un sacco di cose sono cambiate, almeno a sentire testimoni locali. In peggio.
Qui non ci sono solo bianchi e neri. I “bianchi” sono divisi tra afrikaans, discendenti dei boeri, che parlano la loro lingua, simile all’olandese anche nella parlata pieni di suoni gutturali e a rischio sputo, inglesi, che parlando un inglese più che comprensibile, un sacco di portoghesi e immigrati come me. Soprattutto negli anni 70 e 80 il governo aiutava gli immigrati europei molto più di quanto non faccia adesso.

Poi ci sono i neri sudafricani, divisi tra mille etnie diverse e 9 lingue ufficiali tutte similmente incrompensibili.
Altri neri sono gli immigrati (la maggior parte illegalmente) dal vicino Zimbabwe, l’Albania locale, e dalla Nigeria.
La popolazione nera e’ ovviamente una larga maggioranza, e il virus dell’HIV tra di essa ha raggiunto livelli preoccupanti (si parla del 40%).

Un altra larga fetta sono gli indiani (Durban e’ il posto in cui si trovano più indiani al di fuori della stessa India), non troppo amati dai neri e considerati bene o male come cittadini di seconda classe dai bianchi (beh, qualcuno doveva prendere quel posto).

Anni di apartheid hanno provocato un solo sentimento nella popolazione nera al potere: rivincita (conosciuta qui con il nome di affirmative action).
Fattorie una volta floride sono state strappate di mano ai bianchi (non in maniera violenta come in Zimbabwe ma quasi) e date in mano a neri che non avevano, e hanno, idea di come gestirle.
Tutti i posti di potere al governo sono in mano a neri che hanno preso quel posto solo perché hanno la razza che va di moda al momento. Il governo ha speso milioni per cambiare nomi di città e strade una volte dedicate ad eroi delle guerre boere-inglesi dimenticandosi delle case gratis promesse a chiunque votasse l’ANC. Milioni sono spesi per pubblicizzare il Sudafrica come un paese pieno di opportunità ma poco e’ stato fatto per arginare il problema AIDS o immigrazioni o criminalità.

Thabo Mbeki, il presidente attuale, e’ stato chiamato più volte a fare qualcosa per aiutare lo zimbavw a liberarsi di Mugabe, ma purtroppo lui e’ uno dei tanti amici del vicino dittatore.

Basta andare in giro per Johannesburg per vedere un sacco di favelas (o shanti towns, come sono chiamate qui) e migliaia di neri in condizioni di vita ridicole che stanno ancora aspettando le case promesse nel lontano 94 e 99. E intanto continuano a votare.
Qui e’ un rischio criticare il modo di pensare dei neri (incomprensibile ai più) senza essere accusati di razzismo, ma cazzo, la maggior parte di essa, soprattutto quando al potere (e si può vedere lo stesso in altri paesi) pensa solo al tornaconto personale, a quello che può avere oggi o come può togliere da altri per aggiungere a quello che ha gia’.

La corruzione ha raggiunto livelli superiori a quella italiana. Il lotto e’ stato abolito anni fa perché’ il governo prendeva i soldi destinati ai premi e non rimaneva mai niente. E’ stato ripristinato solo ultimamente.
Lo stesso governo per anni ha rifiutato a considerare l’HIV come un problema addirittura arrivando a dire che bastava una sana dieta di verdure (aglio e limone) per scrollarsi di dosso il noioso virus.

E’ vero, questo e’ un paese in via di evoluzione, non più di sviluppo, ed e’ fortunato ad essere molto più europeo che non il resto dell’Africa. Ha splendide coste, fantastici paesaggi naturali (basta andare a Cape Town per rendersene conto) e animali di tutti i tipi, compresi gli scoreggioni facoceri di Disneyana memoria. Tutti sono molto più gentili che a Londra (non che ci voglia molto) e l’economia rimane in crescita.
Ma in questo governo sono cosi’ disperati di nascondere o dimenticare il passato, arrivando a cancellarlo dai libri di storia (errore che non andrebbe mai fatto, dagli errori del passato si impara smorfie) che tante volte non riescono a vedere che con qualche cambiamento di mentalità’ il paese potrebbe togliersi di dosso quell’etichetta di stato terzo o second-mondista e raggiungere livelli decenti. Per molti.
Purtroppo e’ molto piu’ comodo continuare a combattere nemici morti da tempo che non trovare nuovi modi per canalizzare il sentimento progressista.

Invece il governo ancora perde tempo a lamentarsi di canzoni come de La Rey, scordandosi che se il Sudafrica non e’ l’Uganda o il Sudan, il merito (o la colpa?) e’ anche di qui questo paese l’ha colonizzato.

Harry (e Londra)

Ogni volta che nomino Harry Potter tra le mie letture preferite, vengo sempre accolto con risate di scherno oppure con lo stesso tipo di sguardo che i cristiani evangelici rivolgono ai cattolici (“Tu sei cosa? Roman Catholic? ahhhhh….”).

The last book!Dal punto di vista delle letture, e grazie a fattori – mamma che lavorava in libreria, sorella che lavora in biblioteca – che mi hanno aiutato a superare il costo (eccessivo) di qualsiasi libro, ho sempre letto di tutto. Stephen King e’ stato, quasi come per tutti i miei coetanei, un compagno inseparabile sugli scaffali, e alcuni libri, in particolare IT e la saga della Torre Nera, sono stati riletti piu’ volte.

Ho anche provato a leggere alcuni Harmony o libri editi per un pubblico femminile, ma tranne quelle scene di sesso descritte tramite eccessivo uso di metafore (“I baci di lui la incendiavano, sensazioni nuove la stavano colpendo, e il cuore le scoppiava di un sentimento mai provato prima. Era forse amore?”, non ho mai trovato nulla di interessate e sono sempre tornato a letture dei soliti tipi.

Mi sono passato i classici, i romanzi porno e le loro fantastiche descrizioni (“Le leccava le labbra, cercando ripetutamente il clitoride con accorti colpi. Presto lui l’avrebbe penetrata con il suo enorme membro, le cui vene gonfie l’avevano trasformato in un totem da adorare”) e tutti i libri game in vendita.

Philip Dick prima che diventasse paranoico e smettesse di scrivere decentemente era costantemente uno dei miei preferiti, anche perche’ regolarmente usciva ogni 6 mesi una raccolta di storie “mai pubblicate prima”. Finita la pacchia, ho iniziato a rileggerlo in inglese, giusto per prolungare il gusto che avevo, e ancora ho, nel leggerlo.

Parlando di Fantasy, dopo la mezza delusione del signore degli anelli (grazie Peter Jackson per avere eliminato l’insopportabile Tom Bombadil dai film), e l’intera saga di Shannara, ovvero il beautiful del genere, l’unica saga che sono riuscito a leggere e rileggere e stata quella di David Eddings (Belgariad e Mallorean), divertente e senza mai pretese di essere la bibbia della categoria.

Poi e’ iniziata la lunga parentesi Londinese. Ho scoperto libri che dovrebbero essere considerati classici attuali (Catch-22 di Heller su tutti), e letto autori che avevo appena sfiorato in Italia: Gaiman (Neverwhere e’ IL libro che qualsiasi londinese dovrebbe leggere), Douglas Adams, Fante, e JK Rowling.

JK Rowling. Ovvero Harry Potter. Ovvero Inghilterra.

La prima cosa che ho fatto in Sudafrica una volta liberato dagli impegni obbligatori inerenti l’arredamento casalingo, e’ stato andare a fare la file all’una di notte presso la libreria di una centro commerciale per afferrare l’ultimo volume della serie. Letto in poche notti, e coronato con una serata solitaria al cinema a vedermi il quinto film, lasciando la fidanzata ammalata a casa.

Reading harry potterOgnuno ha ragioni particolari per ammirare un libro, e amarlo nonostante i suoi difetti (e Harry Potter ne ha tanti…). Nel mio caso, i film e i libri sono stati letti e guardati mentre ero a Londra, mentre ero circondato da luoghi e persone che avrebbero potuto tranquillamente trovare posto su uno qualsiasi dei libri della serie.

Andare al cinema e risentire l’accento britannico (e addirittura l’odiata parlata giovanile tamarra di Dudley Dursley) e’ stato un veloce ritorno alla Gran Bretagna (stereotipi compresi, magici e non) che ho conosciuto e vissuto per cosi’ tanti anni.

Probabilmente lo stesso capitera’ quando, prima o poi, diro’ addio anche al Sudafrica.
Gia mi immagino davanti all’ennesimo classico film sudafricano post 1994 (bianchi crudeli, neri emarginati eroi) e rimpiangere una qualunque delle 11 lingue ufficiali che ogni tanto fanno capolino anche su SABC (magari il/la/lo Xhosa? o lo Zulu?).

Se guardi la televisione con sudafricani capita anche a loro rimpiangere i bei tempi perduti.
Prima del 1994, quando le case non avevano ancora filo spinato / elettrico a protezione e potevi anche lasciare l’uscio di casa aperto…

I fantasmi della spazzatura

E’ ancora inverno oggi. Ieri lo era di meno.
Diciamo che, abituato da ben due settimane a quei 18-20 gradi che vedono la fauna locale coprirsi pesantemente e lamentarsi dell’estate che non arriva mai, i 12 gradi ventosi di oggi si fanno sentire.

E’ anche lunedi’ mattina, e questo vuol dire che fra poco arrivera’ l’orda di persone di colore locale pronte a sciacallare nei bidoni della spazzatura lasciati fuori dal complesso in attesa del raccoglitore serale.

South African recycler

Nonostante rispetto al vicino Zimbabwe (l’Albania sudafricana) e a gran parte del resto dell’Africa, il Sudafrica e’ avanti anni luce (hanno elettricita’, internet e satellite), ma ci sono sempre problemi.

Ad esempio il risparmio energetico: guardando qualsiasi programma sulla rete nazionale (SABC), ogni 30 minuti appare in sovraimpressione un bel contatore energetico che riassume la situazione in quel momento. 
Se e’ verde, allora felicemente la scritta mostra un “Nessuna emergenza energetica, potete accendere la luce”, se e’ rossa, viene gentilmente consigliato di iniziare a spegnere fornelli o riscaldamenti elettrici, oppure staccare gli adattatori dei cellulari. Se non si vede niente, allora probabilmente un black out ha colpito la zona.

Per un paese cosi’ preoccupato per l’energia (il Sudafrica fornisce corrente elettrica a quasi tutto l’Africa del Sud, ma spesso si scordano di fornire elettricita’ alle numerose abitazioni che stanno spuntando come funghi, e via di black out), qualcosa doveva passare in secondo piano. South african recycler
La raccolta rifiuti, ad esempio, non e’ differenziata. Vero, a Londra era lo stesso, o almeno credo, visto che io buttavo via tutto insieme.
Qui i rifiuti vengono buttati tutti nei bidoni della spazzatura forniti, nel mio caso, dal complesso residenziale in cui risiedo e accumulati fuori la domenica sera, in attesa della raccolta, ben 24 ore dopo.

Di mattina, arrivano da tutti gli angoli, gelando dal freddo e un po’ come zombie di pelle scura, i fantasmi della pattumiera.
Aprono tutti i bidoni e cercano quello che possono riciclare o rivendere, in genere cavi di qualsiasi tipo e cartone.
Io sono in posizione privilegiata, dalla mia finestra vedo tutto, e passo sempre 10 minuti a vedere come se la cavano.

Forse e’ cosi’ che funziona la raccolta differenziata: se lo stato se ne sbatte, lascia liberi gli imprenditori locali. Che, dopo ore e ore di accumulo, caricano su camion di fortuna chili di cartone e km di cavi, che verranno rivenduti e riciclati in futuro.

Alle sera arriva finalmente il camion raccogli rifiuti, e si trova meta’ del lavoro gia’ pronto: i bidoni pesano la meta’ e sono sempre tutti ordinati in fila indiana, visto che i fantasmi hanno riordinato tutto.
Neanche a Napoli.

Passeggiando sulla via per Damasco con John Cleese

Il problema di fidanzarsi e che prima o poi devi sposarti.
Durante le mie avventure americane del lontano 2004, avevo sempre pensato a Las Vegas come posto ideale per sposarsi. Escluso il costo del volo (quasi irrisorio da Londra), vitto e alloggio sarebbero stati relativamente economici, e con un impersonificatore di Elvis – rigorosamente panzone – ad organizzare il flusso di invitati nella cappella da $75 dollari a servizio matrimoniale, tutto sarebbe stato perfetto, una volta annebbiate le menti con alcol e soldi persi nei casino.

Ovviamente avrei dovuto trovarmi una moglie, possibilmente fan di Britney Spears, pronta ad avventurarsi in un matrimonio destinato a durare tanto quanto la durata della reception con cibo comprato dal KFC locale.

Si sa, la vita a volte fa strani sorprese e ora mi trovo in Sudafrica, fidanzata a una ragazza cui, purtroppo, ad Elvis preferisce Mr Jesus.

Religiosamente parlando, sono cattolico, ma non per colpa mia.
Quando era leggermente più giovane, andare in chiesa era un passo obbligatorio se si voleva accedere all’unico posto in cui noi bambini eravamo liberi di giocare a calcio, dire parolacce di nascosto e picchiarsi per un ghiacciolo fatto cadere, lontano dai genitori: l’oratorio.

E’ all’oratorio che ho iniziato a giocare a calcio. E’ all’oratorio che ho approfondito la conoscenza di compagni di classe che avevano in quel posto una delle poche valvole di sfogo. Certo, la frequenza domenicale nella chiesa principale era il pegno che dovevamo pagare, ma se per un’ora di sermoni poi potevo avere una settimana di calcio, il prezzo era anche onesto.

Poi sono cresciuto. Le partite della squadra di calcio dal sabato pomeriggio sono state spostate alla domenica mattina (ah, il grande salto da esordienti a giovanissimi.. quanti mi sentivo fico, giocare la domenica come la seria A) e le scariche ormonali, ormai a scadenza oraria, erano diventate troppo imbarazzanti da essere confessate in chiesa. A 14 anni, finalmente, ero libero.

Ora mi trovo, a 30 anni, in Sud Africa, dalle parti di Johannesburg. La mia fidanzata fa parte della comunità religiosa locale – senza oratorio ne’ campo da calcio.
Loro si professano pentacostali cristiani rinati o qualcosa del genere. Sempre un ramo del cristianesimo, solo molto più’ letterali nella lettura della bibbia e decisamente contrari al cattolicesimo.E’ ovviamente conoscono la verita’

Eggia’, qui i cattolici, o roman catholics, non sono troppo ben visti. Accettati, forse, ma non amati. Diciamo che e’ come tifare a Londra il Fulham, squadra di tradizioni storiche, ma appartenente ad una città che ha in Arsenal, Chelsea e Tottenham squadre e tifosi che professano il loro calcio come quello migliore. Vieni guardato con pitiness. Ho 30 anni, ma ho sbagliato tutto.

A differenza di altre persone che conosco (Upa, vero?), non ho niente in contrario alle religioni o ai vari libri cui esse si ispirano. Se qualcuno si sente felice a leggere e interpretare bibbia e corano, beh, la cosa non potrebbe disturbarmi meno. Il problema e’ quando si prova a forzare, in maniera subdola o meno, il proprio credo su un’altra persona.

Qui sono praticamente circondato di persone convinte che in qualche modo io debba rinascere in cristo per entrare nel circolo VIP all’ingresso del Paradiso.
Ora, non ho nessun problema a discutere il mio punto di vista con altri, e anzi lo scontro verbale mi diverte sempre (anche in inglese, nonostante parti svantaggiato).
Il problema che mi porta a evitare e dribblare tentativi di conversione del pastore locale può essere riassunto in tre semplici punti

  1. Creazione. Sono un evoluzionista e se Darwin fosse ancora vivo lo bacerei in bocca, una volta rasata la barba. L’evoluzione biologica e’ un fatto. Come questa sia avvenuta e’ una teoria. Puoi buttarci Dio (come fa la chiesa cattolica), o il big bang, ma in qualche modo e’ avvenuta. Credere il contrario mi sembra un po’ come tornare all’idea della terra piatta…
  2. Monty Phyton. Ok, non tutti ne capiscono l’humour. Non a tutti piacciono (i gusti sono gusti, a me piace Adam Sandler e American Pie per esempio…), ma sentire uno dei membri hardcore (30enne) dire qualcosa del tipo “si, sono liberale, ma i Monty Phyton son blasfemi e non andrebbero visti” mi fa bollire il sangue. E infatti ho appena ordinato da amazon il dvd con la collezione dei film. Da tenere nel dvd sempre e comunque, in attesa che il tipo sopra venga a casa mia.
  3. Fare parte di una religione e’ come tifare una squadra di calcio. Puoi rinnegare madre padre e figlio, ma non cambi mai il colore della squadra del cuore. Idem con la religione. E’ comodo avere certezze nella vita

Visto che dovrò affrontare un corso prematrimoniale, dovrò stare tranquillo. So già che superare il corso sarà un problema, dopo che qualcuno alla domanda se conoscevo il king of kings si e’ visto rispondere “hey, certo, Triple H!”